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Cronaca

Umbria, medico non prescrive una radiografia e non si accorge di una lussazione: paziente risarcito

La Procura contabile ha citato in giudizio il dottore, ma per i giudici non c'è colpa grave: prosciolto

La Procura contabile dell’Umbria ha citato in giudizio un medico, difeso dall’avvocato Francesco Romoli, per il presunto danno indiretto procurato all’Azienda sanitaria ospedaliera Usl Umbria 2, chiamata a risarcire un paziente con 35.900 euro “per gli esiti dannosi” di una diagnosi errata “formulata dai sanitari del Pronto Soccorso il 21 maggio 2015” al paziente ricoverato “dopo una caduta accidentale”. Danni cagionati “dalla imperita condotta” del medico dell’ospedale di Orvieto.

Secondo la Procura il paziente si era recato in ospedale “a seguito d infortunio riportato circa tre ore prima ed era stato visitato dal convenuto che, senza fargli eseguire esame radiografico, aveva erroneamente escluso lesioni fratturative, limitandosi a diagnosticare una contusione alla spalla destra”, dimettendo il paziente.

Due giorni dopo l’uomo tornava al Pronto soccorso “manifestando nevralgia e parestesia dell’arto superiore traumatizzato”, lamentando forti dolori e difficoltà a muovere il braccio. Dalla radiografia risultava una “lussazione antero-inferiore della testa omerale destra, necessitante procedura ortopedica di riduzione, che era stata contestualmente eseguita sotto anestesia”.

Il ritardo di 48 ore nell’intervento, però, aveva provocato “una sofferenza distale del nervo radiale” con “un danno irreversibile imputabile alla grave imperizia del medico e valutato, a seguito della visita medico-legale interna, come danno biologico puro nella misura del 10% e come danno biologico temporaneo dovuto alla necessità di terapia riabilitativa (inabilità temporanea parziale al 75% per trenta giorni ed inabilità temporanea parziale al 50% per altri trenta giorni)”.

I giudici contabili hanno però ritenuto che la ricostruzione della Procura non appare sufficientemente provata per giungere a una condanna per colpa grave e che non si era trattato di frattura, bensì di lussazione. Da qui il proscioglimento del medico.

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