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Cronaca

L'intervento, carni rosse e tumori: "Perché rischiare? Ecco come prevenire"

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento della biologa nutrizionista Melissa Finali che analizza dal punto di vista dell’esperto l’allarme dell’Oms sulla potenziale cancerogenicità della carne rossa e lavorata. Un intervento che illustra anche come prevenire, in campo alimentare, l’insorgere di tumori

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento della biologa nutrizionista Melissa Finali che analizza dal punto di vista dell’esperto l’allarme dell’Oms sulla potenziale cancerogenicità della carne rossa e lavorata. Un intervento che illustra anche come prevenire, in campo alimentare, l’insorgere di tumori
 

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Di Melissa Finali, Biologa Nutrizionista
 

Dopo il polverone alzato dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) riguardo alla potenziale cancerogenicità della carne rossa e lavorata e l'apparente marcia indietro seguita al putiferio suscitato da questa dichiarazione, sono arrivate le giustificazioni di chi non vuole aiutarsi a percorrere la via della conoscenza di se stesso; perché di questo si tratta: “ L'uomo è ciò che mangia”, diceva Feuerbach.

Tutto è cominciato con il distinguo tra fattore di rischio e causa certa, sicuramente importante perché rientra in un'ottica di informazione, ma il fatto che ingerire carne non porti sicuramente al cancro ci ha permesso di tornare a mangiare insaccati senza porci tante altre domande. Questo infatti non vuol dire che dovremmo fare meno attenzione a ciò che c'è dietro alla produzione della carne. Purtroppo le “nuove” informazioni sull'industria alimentare, in alcune persone evocano uno scenario di grande difficoltà, un cambiamento radicale delle abitudini quotidiane. In molti casi si tratta di suggerimenti che vengono dati in una situazione di emergenza, quindi la domanda è: perchè dobbiamo rischiare di arrivare al punto di non ritorno? Perché dobbiamo stressare la possibilità che questo possa non succedere a noi o ai nostri cari? E' presto detto: perchè un fattore di rischio non è una causa certa.

Riflessioni a parte, cerchiamo di fare un po' di chiarezza da un punto di vista più tecnico andando per punti. Per prevenire malattie come i tumori è necessario:

- Tenere bassa la glicemia, ovvero il valore della concentrazione di glucosio nel sangue. Le cellule tumorali sono ghiotte di glucosio molto di più di quelle “normali” e chi ha la glicemia alta presenta una maggiore probabilità di ammalarsi. Gli alimenti che alzano la glicemia non sono solo i dolci, ma tutti quelli con un indice glicemico alto e che acidificano molto il sangue (carne, latticini, cibi raffinati, etc). L'organismo in acidosi è un terreno fertile per le malattie.

- Tenere bassa l'Insulina, ovvero l'ormone responsabile della regolazione dei livelli di glucosio ematico. Cibi che interferiscono con il normale funzionamento di questo ormone sono quelli ricchi di grassi saturi (carne rossa, salumi, latticini).

- Tenere bassa l'infiammazione: tutti i cibi animali, fatta eccezione per alcuni tipi di pesce, favoriscono l'infiammazione.

- Limitare cibi ricchi di poliamine, create anche dalla putrefazione intestinale di chi ha una dieta ricca di proteine animali come quelle della carne rossa e insaccati. Esse sono sostanze indispensabili per la proliferazione cellulare e le cellule tumorali ne sono ghiotte, pertanto chi è già ammalato non dovrebbe limitarsi ad evitarle ma dovrebbe proprio eliminarle. Qualcuno potrebbe dire che le poliamine sono presenti anche nella frutta. Questo non significa che dovremmo evitare anche questo alimento ricco di antiossidanti, il problema esiste ancora una volta per chi è già malato (attenzione: non tutti i tipi di frutta contengono poliamine), perché gli antiossidanti potrebbero impedire ai radicali liberi di uccidere le cellule tumorali...ma questo è un discorso ancora più complesso.

- Tenere bassi i fattori di crescita, presenti nel latte (indispensabile per i bambini che, per l'appunto, devono crescere. Gli adulti, invece, sono già abbondantemente cresciuti) e nei cibi molto ricchi di proteine animali. Esse infatti abbondano in metionina, un aminoacido essenziale, da cui i tumori sono dipendenti, che stimolerebbe particolarmente la sintesi di IGF-I (Fattore di crescita) e che andrebbe tenuto sotto controllo soprattutto se già ammalati.

Come suggerisce il Dott. Berrino, oncologo di fama mondiale, le raccomandazioni coincidono con quelle formulate dai ricercatori del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), che hanno valutato tutti gli studi scientifici sul rapporto fra dieta e tumori, e che oggi sono state riprese dal Codice Europeo Contro il Cancro: Basate la dieta quotidiana prevalentemente su cibi di provenienza vegetale non industrialmente raffinati, con un’ampia varietà di cereali integrali, legumi, verdure e frutta, magari con un’attenzione a non esagerare con la frutta […] Limitate il consumo di carni rosse e evitate il consumo di carni conservate.


Tra l'altro ci sono sempre più studi che evidenziano che chi è stato operato di cancro, se ha valori alti di questi fattori, ha un rischio più alto di recidive, e il livello di questi fattori dipende anche dalle nostre abitudini alimentari.


In sintesi, le cellule tumorali che si formano nei nostri organi e invadono i vasi sanguigni o linfatici, cresceranno solo se si trovano in un ambiente favorevole, acidificato e infiammato. Se invece il terreno è povero di ciò che più preferiscono, moriranno. E' bene sapere che le nostre cellule hanno la fantastica capacità di suicidarsi quando sono alterate, e il suicidio sarà più facile se l'ambiente circostante lo permette.

Quindi, anche se si tratta di fattore di rischio e non di una causa … vale la pena rischiare?

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