Omicidio a Perugia, strangola la madre nel suo letto: il movente resta un mistero
Luciano Naticchi ora è in carcere, sorvegliato a vista, accusato di omicidio volontario aggravato. Durante l'interrogatorio, alla domanda sul perché avesse ucciso la madre, ha risposto con il silenzio
E’ rinchiuso nel carcere di Capanne, sorvegliato a vista. Luciano Naticchi, 59 anni, reo confesso per l’omicidio della madre, Ofelia Tiburi, 79 anni, è accusato di omicidio volontario aggravato.
L’uomo, nella notte tra l’11 e il 12 marzo ha ammesso di aver ucciso la madre, strangolandola nel suo letto, nell’appartamento della donna a Montelaguardia, frazione di Perugia, in via delle Ghiande 88, per poi telefonare ai carabinieri intorno alle 7.40 del mattino, confessare tutto e farsi portare in caserma senza opporre resistenza.
Ma secondo la ricostruzione de La Nazione, durante l’interrogatorio del pm Greco, Naticchi, difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli, non ha risposto alla domanda sul perché abbia compiuto quel terrificante gesto. Silenzio. Il movente resta un mistero. Agli inquirenti è apparso in stato confusionale.
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Fino a ieri Naticchi era incensurato, senza problemi con la giustizia, spostato e con due figli ventenni. Viveva nella palazzina, in un appartamento al piano inferiore rispetto a quello della madre, vedova da un anno, con la moglie e i due figli. Un uomo descritto dai vicini come “riservato e tranquillo”. Sulle sue spalle, però, sempre secondo quanto ricostruito dal quotidiano, pesava la depressione ed era stato in cura da uno psichiatra. In passato aveva anche tentato il suicidio. Ora è rinchiuso nel carcere di Capanne, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.
Nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia sul corpo della povera Ofelia per chiarire tutti i contorni dell’omicidio. Intanto le indagini dei carabinieri di Perugia vanno avanti.