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PERUGINERIE Quando la calzoleria è un’arte

Via dei Filosofi festeggia un decennale… artigianale

Quando la calzoleria è un’arte. Via dei Filosofi festeggia un decennale… artigianale. Esiste anche uno Sciuscià perugino… oltre a quello di De Sica e Zavattini.

Com’è noto, il film (1946) meritò l’Oscar e il termine “sciuscià” è una deformazione derivante dall’anglo-americano “shoeshine” e stava ad indicare il lustrascarpe, più che il calzolaio vero e proprio.

Ma qui non parliamo di ragazzini dediti all’arte di arrangiarsi. Nel caso della calzoleria perugina, siamo a livelli di assoluta eccellenza. Tanto che lo “Sciuscià” di via dei Filosofi vanta ben oltre sette decenni di vita professionale che attraversa tre generazioni.

Fondatore il nonno Manlio Brugnoni. Erede e continuatore dell’impresa: il nipote Giovanni Del Buon Tromboni, imprenditore di se stesso e tanto famoso da attirare nel proprio esercizio clienti anche da fuori regione.

Ha aperto in proprio nel 2013, in linea di continuità con l’impresa del nonno. Diciamo che il 2013 segna l’inizio della titolarità completa, dopo un periodo di affiancamento all’avo Manlio, magister caligarius.

Perché quello che sa far Giovanni è merce rara. Parte, infatti, dalle materie prime, realizzando una scarpa su misura: gusto, modello, colore, fattura… scelti dal cliente. Ma fa tutto: da lavori di riparazione di ogni genere (scarpe, borse cinture…) a prodotti ispirati a sbrigliata creatività.

Fu il nonno - seguace dei santi protettori San Crispiano e San Crispino (festa il 25 ottobre) - ad aprire bottega nel lontano 1960. Aperta e gestita con successo fino al subentro del nipote. Un consenso motivato dall’altissima professionalità, oltre che dall’educazione, dalla bonomia, dallo spirito arguto e socievole che lo contraddistinguono ancor oggi. Quando, tuttora, va a bottega, “lavoricchia”. Consigliando, aiutando, suggerendo con discrezione.

Francesco Berardi, fondatore e presidente di FilosofiAmo, che ha la sede lì vicino, mostra una scarpa (foto) interamente realizzata da Giovanni. Un capolavoro! Dicono che costi 400 euro. A mio avviso ben spesi. E manco cara, a dirla tutta.

Manlio e Giovanni, ieri mattina, stavano a un banchetto davanti al laboratorio. Giovanni ammanniva panini e porchetta. Una proluvie di dolci e dolcetti, esposti e offerti su vassoi a disposizione del pubblico. Una folla di amici accorsi a far festa. Un assaggio, tanto che ci sei. Anche per rendere onore a un decennale trascorso in fiducia e amicizia. Sono queste le notizie che ci piace dare.

FOTO - Quando la calzoleria è un’arte. Via dei Filosofi festeggia un decennale… artigianale


(foto Sandro Allegrini)

Ultim'ora. Anche il sindaco Andrea Romizi e l’assessore Margherita Scoccia non hanno mancato di testimoniare la propria simpatia a Giovanni e all’azienda di famiglia.

Spigolatura personale. Rivendico con orgoglio la discendenza da mio nonno Francesco, anche lui calzolaio. Non ciabattino, intendiamoci, ma calzolaio in grado di realizzare scarpe e stivali per i ricchi proprietari della valle. Ma anche zoccoli e risolature per i poveracci, che erano la maggior parte dei liscianesi. Alla sua bottega entravano, chiedendo “permesso”, anche i ricchi padroni di tenute e poderi, abituati a maltrattare i contadini. Ricordo le acciaccate di dito, quando mi chiedeva di aiutarlo a raddrizzare bullette. O a recuperare ferretti o lacci ancora buoni. Da mio nonno Francesco, oltre al secondo nome, ho ereditato casa e terra. E, me lo auguro (lo diciamo fra amici), anche un po’ di dignità.

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