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Un palcoscenico all'aperto e un cancello come proscenio, il teatro per bimbi al tempo del Covid

Esperimento degli educatori Polis con i piccoli alunni della scuola dell’infanzia di Ponte Pattoli dell’Istituto comprensivo Perugia 15

Un teatro che ha per palcoscenico la natura e l’aria aperta e per luci il sole di questo autunno strano, marchiato dall’emergenza Covid19. Un esperimento che diventa evento, ma che nella vita normale, quella senza Coronavirus, sarebbe apparso normale, quotidiano: andare a teatro, seguire uno spettacolo.

Nella Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, a Ponte Pattoli, presso la scuola dell'infanzia, si è svolto uno spettacolo teatrale, al tempo del Covid, con Cristano Schiavolini, educatore di Polis cooperativa sociale.

Gli alunni della scuola dell’infanzia di Ponte Pattoli dell’Istituto comprensivo Perugia 15, con la dirigente scolastica Nadia Riccini, hanno assistito ad un piccolo momento teatrale, nel pieno rispetto dei protocolli Covid. I piccoli spettatori era seduti sulle loro seggioline, disposti nello spazio interno della scuola, dietro il cancello di ingresso. E proprio il cancello e la recinzione, che servono a proteggere e dividere dall’esterno i bambini, si sono trasformati nel proscenio di un teatro senza pareti, senza sipario con un narratore e le sue storie.

Teatro all'aperto con Polis e la scuola di Ponte Pattoli

Lo spettacolo, a metà tra momento ludico o spazio di narrazione, rientra nel progetto “Un Ponte di storie”, sostenuto dalla fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e dedicato alla narrazione intergenerazionale, ha coinvolto le scuole dell’Istituto comprensivo Perugia 15.

“Il progetto è stato ideato dalla cooperativa sociale Polis – ci racconta Cristiano Schiavolini, educatore e narratore nell’occasione – Sono state presentate due storie: una fiaba dedicata al Covid, scritta dalla collega Donatella Rhodio e illustrata da me; una seconda fiaba sull’amicizia tra un bambino ed un albero. Le due storie sono apparentemente diverse, invece sono unite dalla realtà in cui viviamo e dalla necessità di scoprire i veri valori della vita – ha concluso Schiavolini - Il cancello è diventato proscenio per una rappresentazione, una bizzarra soluzione che per un’ora ha unito le anime di un gruppo di bambini e di un raccontastorie, una ipotesi un po’ stramba, ma molto significativa per tracciare percorsi di teatro di quartiere e di strada”.

La cosa più importante, a detta del personale scolastico e delle reazioni dei bambini, è che per un’ ora si è avuta la sensazione che tutto fosse tornato normale.

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