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Salute pubblica, la ricerca: l'Umbria tra le regioni che hanno migliorato di più le performance. Le luci e le ombre

Federico Vola, ricercatore della Scuola superiore Sant'Anna e coordinatore del progetto "Network delle regioni" tira le somme

 La pademia da covid è stato un banco di prova per la sanità pubblica. Ma sarà anche uno spartiacque visto i fondi, ordinari e straordinari, che potranno essere utilizzati. Ma come ne sono usciti i sistemi sanitari regionali da questo lungo periodo di emergenza?

Bene, secondo lo studio sulle performance in sanità condotto dal Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna, presentato oggi a Perugia. Il progetto prende il nome di Network delle Regioni, a cui aderiscono in 10, tra cui l'Umbria, e le province autonome di Trento e Bolzano.

Ora "il sistema sanitario nazionale e quelli regionali ripartono. La sanità negletta, negata, adesso viene affrontata dalle nostre regioni, certo con luci e ombre, con singoli ambiti che meritano più attenzione. In generale la qualità dei nostri sistemi ha retto ci sono certamente dei temi da tenere sotto attenzione, quello dell’appropriatezza innanzi tutto” spiega Federico Vola, ricercatore e coordinatore del “Network delle regioni”.

Tra quelle che hanno aderito alla ricerca, “l’Umbria è una delle regioni che migliora di più rispetto al 2020”, il suo è “un sistema sanitario regionale dinamico, in movimento” dove “permangono degli ambiti di miglioramento e di eccellenza”.

“Tra gli ambiti di miglioramento – spiega ancora - sicuramente la sanità digitale che è un ambito sul quale investire maggiormente e per i tempi di attesa, la chirurgia oncologica. Sull’altro lato, quelle delle eccellenze, gli screening oncologici si mantengono tra i migliori in Italia. Poi l’ambito pediatrico, altra eccellenza del sistema sanitario regionale”

Come sottolineato anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha aperto la giornata con un saluto in collegamento, “Il Pnnr metterà a disposizione 20 miliardi nei prossimi tre anni- evidenzia Vela - L’esigenza forte, come ha ricordato lo stesso ministro, è quella di fare investimenti sulle evidenze. Il nostro ruolo è quello di provare a fornire delle evidenze forti per investire i fondi in arrivo e prioritizzare le linee di investimento nutrite da questi fondi. Da qui l’alleanza tra accademia e sistema sanitario”.. 

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