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Protocollo antiviolenza, Procure umbre e Coni insieme per contrastare gli abusi nello sport giovanile

Il documento prevede una collaborazione più stretta tra giustizia ordinaria e sportiva nei procedimenti che riguardano tesserati e che sono legati a reati di violenza

Il Comitato olimpico nazionale italiano, la Procura generale presso la Corte d’appello di Perugia e le Procure di Perugia, Spoleto, Terni e per i Minorenni hanno firmato un protocollo che instaura una collaborazione per la trattazione di vicende legate a reati di violenza sessuale o abusi sessuali contro la persona commessi, sia in ambito sportivo sia extra sportivo, da soggetti tesserati o in costanza di tesseramento per realtà riconosciute dal Coni.

Quello firmato a Perugia, nell’Aula Goretti della Corte d’appello, è uno dei primi protocolli a livello nazionale. Presenti alla firma Giovanni Malagò, presidente del Coni, Ugo Taucer, procuratore generale dello sport, Sergio Sottani, procuratore generale di Perugia, Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, Claudio Cicchella, procuratore di Spoleto, Alberto Liguori, procuratore di Terni e Flaminio Monteleone, procuratore per i Minorenni di Perugia.

“L’accordo è finalizzato a coordinare le attività dei soggetti firmatari per prevenire eventuali reati e tutelare i soggetti deboli – ha affermato il procuratore Sottani introducendo l’iniziativa – È il primo protocollo che coinvolge tutte le procure distrettuali umbra e parla di sport, attività entrata nella Costituzione come elemento che tende a migliorare le persone e la società. Questo protocollo tocca solo un settore dell’ambito sportivo, ma non marginale, in quanto serve a tutelare soggetti vulnerabili”.

Il presidente Malagò ha ribadito l’importanza dello sport nella formazione dei ragazzi e di come gli spazi dello sport debbano essere luoghi dove i genitori o i nonni accompagnano i bambini con fiducia perché li ritengono luoghi sicuri. “Ci sono persone che, purtroppo, entrano nel nostro mondo per compiere crimini, oppure sono nel nostro mondo e ad un certo punto fanno qualcosa che non devono fare – ha esordito Malagò – Abbiamo la responsabilità dei figli che ci vengono affidati e i genitori devono potersi fidare pienamente. Anche un singolo caso, purtroppo, inficia questi rapporti. Questo protocollo è uno strumento per prevenire e agire a tutela dei minori. Grazie allo scambio di informazioni possiamo tenere lontane persone sgradite dai luoghi di sport dei nostri ragazzi”.

Un protocollo che, ad esempio, avrebbe potuto impedire le molestie che un allenatore di basket ha compiuto in Umbria (e per le quali è stato condannato), dopo che aveva fatto lo stesso in un’altra regione. Con lo scambio di informazioni tra giustizia sportiva e penale, quindi, non avrebbe potuto allenare da nessuna altra parte.

Una linea di pensiero sposata dal procuratore Raffaele Cantone quando afferma che “questo è un protocollo particolarmente importante perché tende ad evitare che in un contesto sano si possano inserire situazioni di pericolo per i ragazzi. Bisogna creare le condizioni di sicurezza e di fiducia necessari e cercare di evitare che certi fenomeni si ripresentino – ha ricordato Cantone - Se una persona ha commesso un reato in un luogo e poi si trasferisce, bisogna evitare che lo possa rifare da un’altra parte. Il protocollo presta una speciale attenzione ai reati sessuali innescando lo scambio tra Procure e Coni di informazioni importanti come le eventuali sanzioni disciplinari sportive che possono allertare a livello penale. Speriamo di non applicarlo, ma la firma delle Procure insieme è un segno di attenzione”.

Ugo Taucer ha voluto parlare di “atto sostanziale che si inserisce nel filone della riforma costituzionale che riguarda lo sport. Un protocollo che tramite lo scambio di informazioni intende mettere in atto nuove forme di contrasto per la violenza nello sport. Si tratta anche de riconoscimento dei rapporti tra giustizia sportiva e penale, rafforzando l’impegno e le opportunità di azione. Speriamo di non applicarlo, ma con quattordici milioni di utenti nel mondo dello sport, è sempre possibile. Altra azione che si prevede con questo protocollo è quello di incrementare la cultura del rispetto e la fiducia nella giustizia sportiva e penale per rassicurare chi intende denunciare che sarà ascoltato”.

Prima della firma del protocollo ha portato il suo saluto anche Claudia Matteini Chiari, presidente della Corte d’appello (facente funzione), ricordando che se “lo sport, con le sue regole l’educazione sono molto importanti per i giovani, è altrettanto importante che l'ambiente sportivo sia pulito e sicuro per chi lo pratica”.

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