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È arrivato fra i travertini della Vetusta EIGHT&BOB, il profumo amato da JFK, essenza che racconta una magnifica storia

L'essenza sfuggita anche ad un tentativo di plagio da parte dei nazisti mediante un accorto stratagemma

È arrivato fra i travertini della Vetusta EIGHT&BOB, il profumo amato da JFK. Un’essenza che racconta una magnifica storia. Fra cui il tentativo (riuscito) di evitare il plagio dei nazisti mediante un accorto stratagemma.

Ce la riferisce Marco Bottini, titolare della prestigiosa profumeria di corso Vannucci che ne ha l’esclusiva.

Riassume: “Era il 1937, quando lo studente statunitense John Fitzgerald Kennedy, ventenne in vacanza in Costa Azzurra, conosce Albert Fouquet, figlio di un nobile parigino e amante dei profumi”.

Dunque, cosa nasce da quest’incontro?

“Questo Albert [strano: Alberto, stesso nome del padre del profumiere e fondatore dell’azienda, ndr] si dilettava a creare profumi, assistito dal fido maggiordomo Philippe”.

Cosa accade?

“Accade che i due diventano amici e Albert regala al giovane sodale americano un esemplare di un’essenza di sua creazione”.

E alla fine delle vacanze?

“John torna negli Usa e fa sentire quel profumo agli amici che ne risultano entusiasti. Tanto che il rampollo dei Kennedy scrive all’amico francese, pregandolo di inviargli 8 boccette e ‘una per Bob’, ossia per il fratello Robert, all’epoca dodicenne”.

Albert come risponde?

“L’amico Albert gli manda i campioni, confezionando il profumo in flaconi di elegante cristallo, reperiti in una farmacia parigina. Include poi le bottiglie in scatole a righe bianco-grigie, stesso disegno della camicia che John indossava quando si erano conosciuti in Costa Azzurra”.

Ma come arriva il successo?

“A distanza di qualche mese, attori, registi, produttori hollywoodiani mandano a Parigi numerose richieste di questo profumo. Tutti volevano acquistare la colonia HEIGHT&BOB”.

Come avevano fatto a sentirlo… e ad apprezzarlo?

“Il padre dei Kennnedy, Joseph, aveva fatto una buona pubblicità al prodotto, avendo rapporti col mondo del cinema per essere stato produttore stimato nella città californiana”.

È vero che, a un certo punto, la colonia non venne più prodotta, per intervenuta morte del suo creatore?

“Proprio così. Solo che, fortunatamente, il maggiordomo Philippe aveva conservato la formula e poté essere in grado di continuare a produrre il profumo”.

C’è anche una curiosità, rigorosamente storica, che svela un dettaglio della confezione: perché quel profumo è conservato dentro le pagine di un libro ‘scavato’? Almeno questo è quanto si vede nella tua vetrina.

“Le spedizioni effettuate durante la seconda guerra mondiale erano studiate in modo da sfuggire alla curiosità dei nazisti che avrebbero potuto copiare la formula. Philippe inseriva i flaconi all’interno di libri, per celarli alla vista di eventuali ispettori. E, in questo modo, riuscì a gabbarli”.

Se andate da Bottini, al corso, troverete in vetrina la confezione spiritosa, e storicamente veritiera, del flacone di profumo all’interno del libro tagliato. La storia si ripete. O meglio: si rievoca.

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