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Lunedì, 29 Aprile 2024
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PERUGINERIE Non perditempo ma… vagamondi

Per un profilo del vagamundus perusinus. Ecco il decalogo dell'esploratore cittadino

Il vagamundus perusinus preferisce essere tra gli esseri. E non è difficile. Basta volerlo.

Gruppo e denominazione che fa capo all’architetto Mauro Monella, strenuo defensor civitatis.

Azzardando non una definizione, ma un inquadramento.

I vagamondi sono quelli che si incontrano per fare due passi in città alla scoperta delle tante meraviglie.

Precisando che. Quella dei vagamondi non è un’associazione: niente tessera, niente iscrizione, ma un gruppo di persone eterogeneo, appassionato e innamorato della propria città.

Caratteristiche antropologiche. Il vagamondo ama spostarsi da un posto all’altro alla ricerca dei mondi diversi che abbondano nell’universo città.

Competenze plurime e diverse. Tra i vagamondi c’è chi conosce i popoli antichi, chi l’antropologia, chi il folclore, chi l’arte, chi l’architettura, chi la botanica.

Mettere insieme competenze. In ogni incontro, chi sa qualcosa lo racconta, contribuendo così a ricostruire paginette di storia perugina.

A ruota libera. Per chi ha bisogno di un programma, di certezze e curiosità su chi partecipa, non è possibile accontentarlo: le passeggiate sono sempre diverse, così come le persone che vi prendono parte.

Scoperte random. Ogni volta è un’occasione di scoperta dei luoghi della città, intesi come beni comuni.

Cosa occorre. Requisiti importanti sono: entusiasmo, empatia e curiosità.

Appuntamenti. L’unico messaggio certo per tutti è l’appuntamento del lunedì alle 20.30 in piazza Grimana sotto l’Arco Etrusco.

Ed ecco a voi, declinato in dieci step, il decalogo del perugino vagamondo (parola di Monella!).

Il vagamondo è colui che si muove da luogo a luogo alla ricerca di ciò che suscita meraviglia.

Il vagamondo è attratto dai mondi diversi.

Il vagamondo considera il passeggiare come atto primario che contribuisce alla trasformazione fisica dello spazio attraversato.

Il vagamondo non sopravvive, ma vive e convive.

Il vagamondo è sempre alla ricerca delle storie che hanno reso particolare i luoghi “mondo”, che sono il nostro presente e il futuro di chi ci ha preceduto.

Il vagamondo è curioso di tutto ciò che lo circonda, è ansioso di vedere, conoscere ed imparare e preferisce essere tra gli ‘esseri’.

Il vagamondo va sempre a piedi, non ha mai fretta e si insinua nell’ambiente percorrendo strade, piazze, giardini, scalette, portici, affacci, per apprezzarne le qualità vitali.

Il vagamondo è alla continua ricerca di luoghi dimenticati e/o trascurati da riscattare e promuovere.

Il vagamondo si fa facilmente conquistare dalla leggerezza dell’aria e dalla mutevolezza della luce.

Il vagamondo cammina, socializza, pensa e comunica.

Insomma: il vagamondo è il vagamondo.

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