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Perugia, niente più periferie: da Montebello parte un messaggio fra politica, cultura e socialità

Lo spettacolo dell’Accademia del Dónca ha avuto un prologo, un interludio e un epilogo inequivocabili

Perugia, niente più periferie. Da Montebello parte un messaggio fra politica, cultura e socialità.

Lo spettacolo dell’Accademia del Dónca ha avuto un prologo, un interludio e un epilogo inequivocabili. A ribadire una convinzione di soggetti trasversali, capaci di condividere punti di vista e progetti.

Per voce della politica (Leonardo Varasano), delle realtà associative (Alba Asfalti), del mondo dell’arte e della cultura (Sandro Allegrini, scrittore-giornalista e fondatore dell’Accademia del Dialetto perugino).

Il messaggio non è uno slogan, ma una chiara intenzione di abbattere lo storico diaframma che distingue la Perugia murata da quella delle cosiddette periferie.

“Montebello non vuol essere la periferia di niente - ha argomentato Alba Asfalti, presidente dell’Associazione ‘Monte+Bello’ - ma una realtà urbana, bella, dignitosa, accogliente, con spazi di comunità, per la costruzione di relazioni e la condivisione di interessi civili e culturali”.

Le fa eco Leonardo Varasano che ricorda: “Da tempo, con Alba Asfalti e con la comunità di Montebello, coltiviamo e condividiamo progetti di rilancio, riqualificazione, partiti dalla scuole e aperti al quartiere. Una realtà che intendiamo potenziare, step by step, nella persuasione che sia questa una forma di coesione civica”.

Di rinforzo l’Asfalti: “Abbiamo progetti che per ora non intendo rivelare, ma che presto verranno resi noti e saranno condivisi con un processo partecipativo”.

Dal canto suo, Allegrini – introducendo lo spettacolo –  ha ricordato come occorra cambiare mentalità e atteggiamento. “Non è infrequente sentire giovani di San Sisto o delle ex frazioni, dire ‘Andiamo a Perugia’. Il che significa che il senso di estraneità alla città è stato inculcato da educatori che hanno sicuramente sbagliato. Fornendo un’idea di separazione, anziché di condivisa appartenenza”.

Esemplifica il fondatore dell’Accademia del Dónca: “Ho personalmente sentito il nostro Enrico Vaime dire che, venendo a Perugia, quando arrivava a Montebello, ricominciava a ‘pensare in perugino’, rivelando come l’aria, la luce, il respiro di Montebello emanassero un inequivocabile sentore di peruginità”.

Il tutto a dimostrazione di come anche l’arte e lo spettacolo (in questo caso quello offerto dal Comune di Perugia e dal Dónca) possano convergere e costituire un’utile occasione di confronto. Per l’enunciazione di progetti, programmi, scelte politiche e sociali. Improntate a unione, non a divisione.

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