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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Perugia fa l'en plein: esposizione del Santo Anello e mostra del Perugino

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, il successo iniziale e l’entusiasmo manifestato da perugini e da visitatori prelude a un sicuro successo

La città si stringe attorno alla mostra del Perugino che fa l’en plein in sinergia con l’esposizione del Santo Anello. Di cui i canonici, per volontà del vescovo Maffeis, ripropongono, eccezionalmente, la calata e l’adorazione: tenutasi ieri dalle ore 10:30 alle 17:00 con grande concorso di popolo.

Ma quale il nesso fra la mostra del Perugino è la Cappella della Confraternita di San Giuseppe?

Il rapporto si lega al ritorno a Perugia del capolavoro “Sposalizio della Vergine”, opera che il Divin Pittore aveva realizzato proprio per essere lì esposta come pala d’altare. L’occasione è fornita, appunto, dalla mostra “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo”.

L’opera, 225 anni fa, era stata requisita dalle truppe napoleoniche ed è oggi conservata in Francia, nel Musée des Beaux-Arts di Caen, da cui è pervenuta in prestito per la circostanza. 

FOTO - La città si stringe attorno alla mostra del Perugino che fa l’en plein in sinergia con l’esposizione del Santo Anello


(foto Sandro Allegrini)

Una copia dignitosa… ma non è Perugino. Lo Sposalizio che si osserva oggi nella Cappella del Santo Anello, in sostituzione dell’originale del Perugino, è opera del pittore francese Jean-Baptiste Joseph Wicar, consulente dello stesso Napoleone per la requisizione delle opere d’arte nei territori occupati. La famigerata “rapina francese” che privò il nostro Paese, e Perugia fra le città italiane, di opere di grandi autori.

Farsi del male… senza volerlo. E il paradosso consiste nel fatto che, a fungere da guida per segnalare le opere di maggior pregio, sia stata proprio l’opera di un perugino, Serafino Siepi, autore della “Descrizione topologico istorica della città di Perugia”. In cui, appunto, l’autore dava conto delle opere di più alto pregio artistico. Fra le quali, manco a farlo apposta, lo Sposalizio della Vergine.

Uno scrigno conserva il Sant’Anello che viene calato ed esposto in sole due occasioni nel corso dell’anno. Ecco dunque l’eccezionalità della calata di ieri. La storia di Winterio e del trafugamento da parte dello stesso, con cessione a Perugia, è storia troppo nota per riferirla ulteriormente.

Non un anello da portare al dito, ma… Basti qui ricordare che la reliquia (ammesso e non concesso che sia autentica, come accade in genere per questo tipo di oggetti della pietà popolare) non si riferisce alla vera sponsale che la Vergine avrebbe calzato al dito. Bensì all’anello entro il quale venivano passati i lembi del velo che univa i due sposi, secondo la ritualità ebraica.

Ieri numerose le visite di fedeli e di curiosi. Compresi cospicui gruppi di giovani (foto). Chi prega, chi occhieggia. Chi scopre per la prima volta una storia a forte connotazione identitaria.

E la mostra vola alto, con file per acquistare ticket e prenotazioni a gogo. Quanto alla mostra, una vera folla ha preso d’assedio la biglietteria nell’atrio del Palazzo dei Priori. Tanti i giovani. Il che è decisamente un buon segno.

Sold out anche le prenotazioni per la giornata odierna.

Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, il successo iniziale e l’entusiasmo manifestato da perugini e da visitatori prelude a un sicuro successo. Il che non può che rallegrarci.

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