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INVIATO CITTADINO I cerchi di pietre di Verchiano: mistero o bufala?

Quei cerchi di Verchiano, nel folignate, sono esoterici e misteriosi oppure sono di fattura recente e umana?

Quei cerchi di Verchiano, nel folignate, sono esoterici e misteriosi oppure sono di fattura recente e umana? Insomma: è lecita un’interpretazione esoterico-misterico-archeologica o si tratta di un’enorme bufala? Le posizioni sono opposte e inconciliabili. Condite di polemiche e sfottò.

Già in altre occasioni, la rivista di settore “Fenix” ha raccontato di linee regolari, di pietre disposte in cerchio. Circostanza sulla quale pare difficile trovare una soddisfacente spiegazione. Un avvistamento nel nostro territorio ha rilevato la presenza di 13 cerchi perfetti, apparentemente inspiegabili. Il rilievo è evidenziato da immagini aeree di Verchiano, frazione montana del Comune di Foligno.

Che si tratti di una Stonehenge italiana?

Il più fervido sostenitore della versione esoterico-archeologica è Marcello Betti, appassionato di storia e antichità.

Questi ampi cerchi di pietre sono concentrici e posti a distanze regolari. Il materiale è sicuramente prelevato dal luogo stesso. Dentro ciascun cerchio si trova un solco scavato nel terreno.

Le pietre sono collocate rozzamente e senza essere minimamente lavorate: ossia come sono state trovate in natura. Solo che risultano disposte con precisione geometrica.

C’è chi ricorda che le pietre disposte in cerchi concentrici, in qualche caso, costituiscono luoghi sacri a celebrare la religione del Dio Sole.

Ma c’è anche chi fornisce una diversa e meno affascinante ricostruzione.

Secondo la Sovrintendenza, quelle pietre disposte in cerchio sarebbero il risultato di un’opera di dissodamento montano. A quale scopo? Al fine di rimboschire la zona con alberi di pino nero.

Certo che non fu un lavoro facile, tanto più che certamente è stato realizzato a forza di braccia, senza l’uso di macchine operatrici. Data anche la natura del terreno, scosceso e malagevole. Il lavoro è stato eseguito con assoluta precisione, con pietre rigorosamente accatastate sempre a lato di ogni cerchio.

C’è però un’anomalia: ossia a un certo punto s’intercetta un muretto a secco alto e largo più di un metro. Però qui manca il solco. Betti lo interpreta come una specie di recinto per delimitare ed eventualmente proteggere l’area sacra.

Queste pietre disposte in cerchi – secondo alcuni esegeti – potrebbero assecondare un flusso di energia tellurica che avrebbe un effetto benefico sull’organismo. Illusioni o verità? Betti insiste nella sua versione, altri ironizzano pesantemente.

Vedremo analiticamente in un prossimo servizio le due posizioni.

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