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Il Comune di Perugia vende le quote del Minimetrò, via libera del consiglio

Palazzo dei Priori è proprietario di 6.090 azioni della Minimetrò Spa, pari al 70% del capitale

Il Comune di Perugia vende le azioni della Minimetrò spa. Il Consiglio comunale ha approvato con 18 voti a favore (maggioranza) e 10 contrari (opposizione), la pratica di alienazione. Per le azioni di Palazzo dei Priori, secondo la proposta della Giunta Roomizi, la base d'asta è 11.181.483,60 euro

L’assessore alle partecipate Cristina Bertinelli ha spiegato in aula che il Comune "è proprietario di 6.090 azioni della Minimetrò Spa, pari al 70% del capitale. Nel 2018 il Consiglio comunale ha deliberato di procedere alla vendita di tali azioni quale misura correttiva per ripianare il disavanzo tecnico di amministrazione accertato con il rendiconto di gestione per il 2014. Sono stati affidati a un professionista due incarichi (il primo nel 2020, il secondo, di aggiornamento, nel 2021) per la perizia di stima del valore delle azioni detenute dal Comune in Minimetrò S.p.A. E’ quindi emerso che il valore della partecipazione è pari a oltre 11 milioni di euro, somma che sarà individuata quale base di asta".

La procedura di vendita, scrive il Comune di Perugia, "secondo quanto evidenziato da un legale incaricato per l’assistenza al rup della gara, è attuabile non essendo in contrasto con lo statuto della Minimetrò, né con l’accordo di programma sottoscritto con il ministero delle Infrastrutture, né con il contratto di servizio vigente tra l’Ente e la società".

La gara, prosegue Palazzo dei Priori, "dovrà essere riservata solo a favore di “una società di capitali che, per l’oggetto, offra la possibilità di fornire direttamente servizi qualificati o tecnologie ricompresi fra quelli previsti nell’oggetto sociale” (in sostanza un “socio industriale”). Inoltre, il socio privato di Minimetrò, che è anche socio industriale, potrà esercitare il diritto di prelazione come previsto per legge".

Secondo la giunta Romizi "i vantaggi sono molteplici: l’introito di una somma importante (circa 11 milioni), che andrà a beneficio del saldo di cassa, con minori interessi passivi sull’anticipazione di tesoreria, e contribuirà a ripianare il disavanzo tecnico accertato con il rendiconto di gestione dell’esercizio 2014".

I disavanzo, ha precisato Bertinelli, “era pari a 35 milioni ed è stato ridotto a circa 21 milioni”. E ancora: "Benefici indiretti emergerebbero, inoltre, in relazione alle fideiussioni rilasciate dal Comune alla Minimetrò sui mutui assunti, subentrerebbe il soggetto aggiudicatario della procedura di alienazione, e all’abbattimento dei costi accessori del servizio. Di qui la proposta della Giunta di alienare al prezzo a base d’asta di 11.181.483,60 euro le azioni detenute in Minimetrò S.p.A. con procedura che rispetti i principi di pubblicità, trasparenza e non discriminazione mediante pubblicazione di apposito avviso".

Nel bando di gara, sottolinea il Comune di Perugia, "sarà anche esplicitato che qualsiasi intervento progettuale sulla linea dovrà essere subordinato alla preventiva valutazione di compatibilità finanziaria da parte del Consiglio comunale. Quindi, il Comune avrà la possibilità di esercitare un controllo su eventuali altre tratte".

Secondo l’assessore Bertinelli "l’alienazione delle quote è un’opportunità per il Comune perché determinerebbe anche economie di scala per il subentrante. Tale soggetto potrebbe creare economie anche nella gestione del servizio, con riflessi favorevoli sull’attuale contratto di servizio che ha una incidenza molto rilevante sulla spesa corrente". 

Il Comune vende le azioni del Minimetrò, il dibattito 

Francesca Tizi, capogruppo M5s, ha rappresentato una serie di perplessità rispetto alla pratica e al parere favorevole espresso dalla II commissione. “La preconsiliare – ha anzitutto rilevato – propone l’alienazione della partecipazione azionaria con una base d’asta di poco più di 11 milioni, ma è evidente che si addiviene alla vendita in un momento storico particolare, a ridosso della crisi economica, oltre che sanitaria, conseguente alla pandemia da Covid 19. Vendere le azioni in un momento come questo, anche solo per il fatto che la stima del valore è inferiore di circa un milione rispetto all’anno scorso, dovrebbe far capire che i tempi non sono maturi per procedere”.

Tizi ha poi parlato della questione delle fideiussioni prestate a suo tempo dal Comune alla società Minimetrò: “Come noto, la fideiussione è una garanzia personale a favore di un soggetto creditore, che è l’unico che può liberare dalla garanzia data e che lo farà qualora trovi un altro soggetto che gli presti altra valida garanzia”. Per la capogruppo, "non sono state date né in commissione né in consiglio rassicurazioni sufficienti che il Comune sarà liberato dalla garanzia fideiussoria".

Tizi ha infine criticato “le modalità con cui l’atto è stato portato in consiglio”, visto che, a suo dire, può incidere sulla situazione dei lavoratori. In riferimento alla mozione con cui aveva chiesto un confronto con i sindacati e che è stata respinta in commissione, Tizi ha parlato di “grande chiusura da parte della maggioranza”, ribadendo che “il cambiamento dell’assetto societario non può non incidere sui molti che lavorano intorno alla società Minimetrò”. Infine, per la capogruppo M5s la politica da adottare doveva essere ben altra: “non vendere le quote, ma disincentivare l’uso dei mezzi privati”, anche attraverso la diminuzione del costo del biglietto del minimetrò.

Francesco Zuccherini (Pd) ha ribadito quanto sostenuto in commissione: "la società è solida dal punto di vista economico-finanziario ed è in grado di offrire un servizio importante a cittadini e turisti con un mezzo innovativo e adeguato al centro storico". Per il consigliere del Pd "bisognerebbe soffermarsi soprattutto sulle potenzialità non sfruttate dell’infrastruttura, non sulla possibilità di dismettere la partecipazione in una società che è una realtà positiva nello scenario cittadino e con indici di efficienza elevati”.

Inoltre, Zuccherini ha rilevato che ci sono “parti della delibera in cui si usa il condizionale” perché "non si sa effettivamente come si realizzeranno certe previsioni". Infine, ha concordato con Tizi sul fatto che "sia stato un errore non riconvocare i lavoratori per ascoltare il loro punto di vista, ricordando che la Minimetrò ha 12 dipendenti e i sindacati hanno già espresso preoccupazione. L’auspicio è che si pensi comunque ad approntare le opportune tutele". Zuccherini ha anche domandato "come si potrà pensare a un piano di sviluppo del centro storico attraverso il potenziamento del servizio del minimetrò una volta dismessa la quota di partecipazione".

Maria Cristina Morbello (M5s), come già in commissione, ha affermato che “la vendita serve a fare cassa, una cassa che ha così bisogno di liquidità da far vendere nel momento peggiore, non più a 12 milioni ma a 11. Farei il contrario, acquisterei il 100 per cento della società per organizzare il servizio nell’interesse della comunità, anche perché chi spenderà 11 milioni per le azioni vorrà riaverli indietro con gli interessi, attraverso i biglietti e le sovvenzioni pubbliche, cioè con i soldi dei perugini. Per questo il mio voto è fermamente contrario”.

Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha ricordato che "la società Minimetrò fu costituita per la progettazione, la realizzazione e la gestione del minimetrò e che, se il Comune ha acquisito il 70 per cento delle azioni, è stato soprattutto per i primi due scopi perseguiti dalla società, ormai realizzati". Ha poi richiamato "il piano di misure correttive chiesto dalla Corte dei conti sicché il Consiglio comunale ha già deliberato la vendita delle azioni della Minimetrò". La consigliera "non ritiene inoltre strano che il valore della quota sia diminuito visto che è calcolato con il criterio dei flussi di cassa attualizzati".

Da ultimo, l’assessore Bertinelli ha richiamato l’attenzione "sul fatto che l’atto è scaturito anzitutto dalla richiesta di misure correttive da parte della Corte dei conti. Inoltre, il disavanzo tecnico da coprire incide per circa 1,2 milioni e anche il contratto di servizio incide in modo rilevante". L’alienazione "è ritenuta un modo per liberare risorse per l’erogazione di altri servizi".

 

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