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Covid, paziente in via di guarigione scrive agli addetti sanitari: "Grazie, perchè siete la cura ma anche il dono"

L'autore esprime un toccante ringraziamento a chi si è preso cura della sua vita quando tutto sembrava difficile, nei momenti più duri della malattia

Riceviamo e pubblichiamo intergalmente una toccante testimonanza di gratitudine da parte di una persona curata dal Covid all'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e ora in via di guarigione. 

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di Simone Biagioli.

Carissime e Carissimi! Se leggete queste righe vuol dire… che ho potuto scriverle (e questa – direi – è un’ottima notizia). Sono Simone, entrato in Pronto Soccorso O.B.I. il 27 gennaio 2021, rapidamente asceso a Pneumologia e, soprattutto, vostro riconoscente “paziente 9A”, in questi giorni più che “complicati”. Dal mio ultimo avamposto alla camera 9 desidero dirvi semplicemente il mio  grazie! Grazie, perché voi sapete comunicare anche con i soli occhi quell’attenzione su cui la relazione di cura è fondata.

Bardati con i vostri scomodi d.p.i., voi guidate con la sola voce i nostri passi verso il cammino accidentato e insicuro della guarigione.Con i gesti, competenti e professionali, coinvolgete tutto il vostro corpo per ascoltare e toccare la nostra carne ferita, per incoraggiarci, consolarci e manifestare una presenza che va ben oltre il contratto, gli orari, lo “standard”, le questioni organizzative.

Come instancabili cercatori d’oro, vi tuffate nei rivoli martoriati e poco generosi delle nostre arterie, per setacciare quelle pepite preziose e parlanti delle nostre EGA (emogas analisi), dove, purtroppo, non sempre tutto brilla e la fatica della “cerca” a volte riduce l’orizzonte dell’entusiasmo più fiducioso. Ma, quando quel “rotolo di pergamena” canta a numeri un’incoraggiante melodia di speranza, improvvisamente diventa un vessillo di vittoria!

La vostra vicinanza è come un balsamo che ci dà sostegno e consolazione[1]. Voi siete molto di più di quello che fate per noi! Questo “essere prossimi” a noi l’ho sentito forte come una “vicinanza comunitaria”, dove ciascuno mette se stesso in gioco e in dono, per raggiungere il medesimo obiettivo: farsi carico della fragilità e, se la vita stessa “collabora”, salvarla!

Un particolare ringraziamento al Servizio Pastorale Ospedaliero (Comunità dei Frati Minori): grazie a fra Luigi, il “Padre Cristoforo” che, in questo “lazzaretto 4.0”, porta la misericordia, la Parola di Dio e Gesù Eucarestia, il “farmaco” dei Dieci lebbrosi del Vangelo[2].

Alcuni di voi sanno che sono un educatore professionale che lavora nel vicino Oratorio “San Giovanni Paolo II”, delle parrocchie di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino… a molti di voi ho raccontato non solo di questo, ma del fatto che si è formato intorno a me, alla mia famiglia e a voi, un popolo immenso, che ha fatto e continuerà a fare un “tifo incredibile” per questa “città nella città” che è il nostro Ospedale.

Noi abbiamo un motto storico, un grido di pace adatto a ogni tempo di battaglia, per tutti, credenti e non:

“A fossi a greppi… purché si vada!” I fossi e i greppi (per favore i Perugini spieghino bene ai “non autoctoni”!) sono le fatiche della vita: i luoghi impervi che stanno sul nostro cammino verso la meta; gli inciampi che ci fanno cadere, le paure ma anche le difficoltà, le incomprensioni, ecc. Bene! Il motto significa che, nonostante tutte le difficoltà incontrate nel cammino della vita, l’importante è non perdere la speranza e camminare insieme verso la meta.

Per noi dell’oratorio questa frase è decisamente più di un motto stampato sulla “maglia ufficiale”: è un’esperienza di vita che ci è stata fatta respirare con amore fin da piccoli, “a pieni polmoni” e in aria ambiente e che, spero anche con la mia vicenda, sia arrivata qui come un soffio leggero di ossigeno… anche a basso flusso di un litro. Allora, coraggio! … Quando tutta questa fatica sembra inutile, gridatelo con noi: “A FOSSI A GREPPI… PURCHÉ SI VADA!”

P.S.   Intorno a questo ospedale c’è un vastissimo “esercito” che prova a prendersi cura di voi, come meglio può e crede (un pensiero, una parola, una preghiera) … Siete dunque circondati! … dall’amore che desideriamo vi raggiunga, sostenga e vi porti sempre avanti!

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