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INVIATO CITTADINO Quando “La Storia” televisiva della Morante/Archibugi stimola affetti e risveglia memorie

Simona Esposito racconta episodi della vita di Sergio Tedesco, testimone di eventi straordinari

Simona Esposito, sangue romagnolo, perugina di persuasa adozione, è stata per 18 anni compagna di vita del Grande Sergio Tedesco, cantante, attore, doppiatore (l’uomo che inventò l’urlo di Tarzan!).

Sergio, bambino, fu testimone diretto del bombardamento di San Lorenzo e ne scrisse nel suo Diario. Simona ne ripercorre le tappe essenziali in questa intervista esclusiva concessa all'Inviato Cittadino.

Simona - sembra incredibile -  racconta di come Sergio fu presente in tre momenti storici aventi carattere di eccezionalità: il bombardamento di San Lorenzo, la strage di via Rasella e successivo rastrellamento, il rapimento Moro. Con prove documentali e pagine del prezioso diario dell’uomo che ha amato. E di cui continua ad essere testimone e custode di valori e memorie artistiche e umane.

Simona, guardando “La Storia” in tivvù, il tuo pensiero è tornato a quanto ti riferì il tuo Sergio, vero?

“È vero. Ho ripreso con Sergio il mio dialogo, mai interrotto, pensando che – da uomo di spettacolo –avrebbe certamente apprezzato "La Storia", il capolavoro di una titanica scrittrice con ottimi attori molto ben diretti”.

Dalla finzione alla realtà

“Sì, mi sono ricordata di quando mi raccontava di essere scampato a tre dei più sanguinosi fatti della storia del Ventesimo secolo”.

Cosa ti ha raccontato?

“Che stava a zonzo per Roma, in quella rovente estate del 1943, anche se la mamma gli aveva detto e ripetuto di stare attento”.

Cosa gli è successo?

“Si è ritrovato sbattuto a terra da uno spostamento d'aria e risvegliato davanti a un mare di sangue: membra e teste, umane e di cavallo. Lui, invece, senza neanche un graffio ma con un disturbo da stress post-traumatico che non lo ha fatto mangiare e dormire per giorni, finché mamma non lo ha spedito da alcuni parenti in Umbria. Dei comuni amici mi riferiscono, peraltro, che in zona aveva sede uno stabilimento della Birra Peroni che distribuiva il prodotto attraverso carretti trainati da cavalli. Perciò il racconto di Sergio sui lacerti equini è assolutamente verosimile”.

Cosa ha fatto allora il nostro Sergio ragazzetto?

“Ha messo da parte la carriera di attore/doppiatore ragazzino e di voce bianca al Teatro dell'Opera di Roma e per un anno si è dedicato a fare il contrabbando”.

Come operava questo ragazzetto nel mercato della ‘borsa nera’?

“Partiva in sella a una bicicletta da donna, portava a Roma il tabacco che si coltivava in Umbria e riportava il sale per conservare la carne”.

Uno sforzo anche fisico imponente.

“Un po' pedalava, un po' si attaccava a veicoli di tutti i tipi e facendosi trainare anche dai tedeschi che incantava con la voce e la parlantina”.

E poi via Rasella, vero?

“Proprio così. Sergio è stato testimone di fatti storici di rilievo anche in questo caso”.

Come te l’ha raccontata?

“Un giorno da dietro l'angolo, proprio dietro l'angolo, sentì un boato immane. Sergio, forte e agile come un gorilla, salta dentro una finestra aperta al pianterreno, trova una porta che conduce a una rampa di scale, si fionda su al quinto piano, esce sul tetto e guarda giù”.

Vede uno spettacolo terribile, vero?

“Vede un'autocolonna della Wehrmacht, saranno stati 5 blindati, sangue dappertutto e i tedeschi che erano arrivati in un amen e berciavano ordini, rastrellando chiunque passasse”.

C’è mancato poco che anche lui venisse catturato.

“Lo diceva sempre. Trenta secondi in più al livello strada e… alle Fosse Ardeatine sarebbe finito pure lui”.

Cosa ti ha riferito circa la balla dei pensionati e della banda musicale?

“Lasciamo stare! Altro che "fanfara di vecchietti in congedo". Anche perché, per far parte di una fanfara, devi essere in servizio. Si trattava di un'autocolonna militare”.

E poi – roba da non credere – via Fani e il rapimento Moro!

“Il massimo della sua… fortuna lo ha fatto sempre essere al posto giusto nel momento giusto”.

Raccontaci i dettagli!

“Era la mattina del 16 marzo 1978 e Sergio si stava preparando per andare a fare il primo turno di doppiaggio che comincia alle 9:30. Si dedicava alla sua complessa beauty routine, quando ha sentito degli spari e dei rumori che lo hanno riportato indietro nel tempo: abitava in una parallela di via Fani”.

Ecco come vedere un film tv, o rileggere un libro, fa rivivere – attraverso La Storia – tante storie individuali e collettive. Che chiamano in causa, come muti testimoni, il dolore e la pietà. E ci fanno ricordare il grande Sergio Tedesco, uomo e artista straordinario. Amico indimenticabile.

Foto - Sergio Tedesco, testimone di eventi straordinari del XX secolo

[Le foto in gallery, ad eccezione di quelle firmate, appartengono all’archivio di Simona Esposito che me ne ha cortesemente concesso l’utilizzo].

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