rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità

INVIATO CITTADINO Quando, a Foligno, nel 1985, inventammo la Protezione Civile

Intervista con Serafino Stramaccioni, ammirato da Giuseppe Zamberletti e da tutto il Paese

Un primogenitura da rivendicare. Rammaricandosi per il fatto che si sia lasciata cadere questa iniziativa di assoluta originalità.

Il primo motore “mobilissimo” fu Serafino Stramaccioni, l’uomo dalle mille invenzioni. Tante brevettate, altre lasciate cadere per procedere con rinnovata lena verso traguardi sempre più ambiziosi.

Racconta: “Era il 15 settembre 1985 quando, negli spazi di Foligno Fiera, inaugurammo la Mostra-Convegno nazionale sulla Protezione Civile che durò ben cinque giorni, con un’affluenza rilevante da tutto il Paese e anche dall’estero”.

Su quali argomenti verteva il Convegno?

“Si fece il punto sull’Organizzazione di Protezione civile in Italia, allora allo stato embrionale”.

Quali le criticità rilevate?

“Si dovevano individuare organi, strutture, competenze, attribuzioni centrali e periferiche. Si trattò anche dell’iter legislativo relativamente al Servizio nazionale di protezione civile”.

Quali i problemi emersi?

“Occorreva occuparsi di Previsione e prevenzione nei settori di rischio. Predisponendo la necessaria cartografia di base”.

È vero che si gettarono le basi per la protezione civile con l’aereo?

“Si parlò anche dell’utilizzo del mezzo aereo come strumento di prevenzione e soccorso”.

E, dopo le calamità?

“Si considerò l’avvio della ripresa sociale ed economica dopo i disastri”.

E l’elemento umano?

“Non solo gli specialisti come i Vigili del fuoco. Ma si cominciò a prendere in considerazione l’importanza del volontariato”.

Insomma, emersero molti elementi di novità!

“Per esempio, la necessità di Protezione civile per la scuola. O anche l’allarme chimico, oltre a quello legato a catastrofi di carattere naturale”.

Come agiste?

“Distribuendo materiale informativo. Presentando ed esponendo prototipi e prodotti industriali decisamente innovativi.  Anche per la tutela dell’ambiente e per la sicurezza nel lavoro”.

Dunque, prevenzione, pronto intervento, ricostruzione per quali rischi?

“Per il suolo: terremoti, frane, valanghe, alluvioni, inquinamento. Problemi dell’acqua, incendi (boschivi, civili, industriali), aria e clima, eventi antropici (incidenti nucleari, aerei, ferroviari, stradali, black out…), tutti i tipi di emergenze”.

Quale il riscontro?

“Altissimo, eccezionale. Zamberletti, giustamente considerato padre fondatore della moderna protezione civile italiana,  elogiò grandemente l’iniziativa e ci incoraggiò a proseguirla e incrementarla”.

Quale l’idea portante?

“Foligno non solo come sede espositiva, ma punto di forza in ragione della centralità geografica nel Paese, oltre che via commerciale per interscambio coi Paesi emergenti”.

Cosa resta, oggi, di quella centratissima esperienza d’avanguardia?

“Credo il Centro Regionale di Protezione Civile, importante istituzione che si occupa di coordinare e gestire le attività di protezione civile nella regione”.

Perché quell’eccellenza fu abbandonata?

“Non sta a me dirlo. Le scelte della politica restano spesso imperscrutabili”.

Foto - Serafino Stramaccioni: quando, a Foligno, nel 1985, inventammo la Protezione Civile

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

INVIATO CITTADINO Quando, a Foligno, nel 1985, inventammo la Protezione Civile

PerugiaToday è in caricamento