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Lunedì, 29 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Pietro Grasso incontra i giovani dell’ITTS Volta a UniPg

“Non eroi, ma simboli, non maestri, ma testimoni”

Parole d’ordine: vincere l’indifferenza, sfatare il mito della mafia invincibile, far emergere il sommerso, le interessate complicità, le zone grigie, le infiltrazioni.

Oggi la mafia non uccide (o uccide di meno) ma investe.

Introducendo l’evento, Maria Cristina Alfieri, direttrice della Fondazione Conad, rileva come ammontino a 2500 Istituti, le scuole nelle quali si è operato, con l’attivo coinvolgimento di oltre 150 mila ragazzi.

Maurizio Oliviero conquista e seduce la folla di studenti, cominciando col dire che la presenza di Grasso  è un evento “non innaturale”. Per significare che, al contrario, è perfettamente coerente con la mission che lo Studium si è data. E cita un discorso di Pietro Calamandrei del 1950 In difesa della scuola pubblica (la stessa battaglia che aveva coraggiosamente affrontato in Costituente il nostro Walter Binni, ndr.). Con posizioni ben lontane da quanti, al momento, sono usi fare marketing politico con banali difese d’ufficio della nostra Carta costituzionale.

Dunque la Costituzione traguardata in una dimensione pubblica di formazione e socialità.

Giovani presente, non futuro. “Voi giovani sarete la futura ruling class, ma siete il presente. In grado di assorbire e scrivere, come dice il brand dell’evento, pagine di legalità”.

Perché “è tra le pieghe dell’ingiustizia, delle disuguaglianze, dell’ignoranza che s’insinua l’illegalità”.

Grasso, amico e collega. Fausto Cardella, garante di Ateneo UniPg, esordisce citando due episodi della  vita professionale di Grasso.

Il primo è  l’esperienza di giudice a latere al maxi processo presso la Corte d’Assise di Palermo ed estensore della motivazione della sentenza di quello che è giusto ritenere come un evento epocale.

E poi il mettere sotto la lente dell’inchiesta la zona grigia, ovvero quella che investe i fiancheggiatori, sovente insospettabili.

Toccava distinguere fra concorso esterno (ex art. 7 della legge 91) e applicazione del metodo mafioso.

In quella circostanza la Procura della Repubblica si orientò felicemente, anche per merito di Grasso.

Si trattava discernere e fu ben fatto.

Saluti e ringraziamenti della dirigente scolastica, Fabiana Cruciani che ha detto “Dovere della scuola è formare, non solo istruire” e di Danilo Toppetti, amministratore delegato Pac2000, che ha parlato delle attività della Fondazione PAC 2000 e Conad, e Francesco Cicognola, Direttore Generale PAC2000..

L’intervento del professore Carlo Fiorio, ordinario di Diritto Processuale Penale dell’Ateneo perugino, che ha illustrato il Progetto Giovani ambasciatori di Legalità (cui hanno aderito 10 ragazze, una delle quali ha preso la parola). Ha dichiarato Grasso: “Voglio iscrivermi anch’io!”.

L’intervento di Grasso e il dialogo coi ragazzi. Tante le domande di giovani emozionati e tante le risposte. A far capo dalla storia del piccolo Giuseppe Letizia di Corleone, testimone involontario di un fatto di mafia e per questo ammazzato. Aveva rivelato l’uccisione del sindacalista Placido Rizzotto e consentito l’individuazione delle responsabilità di Michele Navarra, legato a Cosa Nostra. A svolgere le indagini fu il giovane capitano dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. Fino all’individuazione dei due colpevoli e di quella del latitante Luciano Liggio.

Quando era la Mafia a “fare giustizia”. Il secondo episodio è quello della ballerina di night club sfregiata dal fidanzato geloso. Del presunto colpevole arrestato e del vero colpevole trovato giorni dopo, incaprettato e ucciso, dentro una 127.

Quando fu chiamato al maxi processo. Altra pagina autobiografica di Grasso sulla sua carriera in magistratura, poi la chiamata al ministero, alla consulenza alla Commissione antimafia e tutto il resto. Con la moglie che gli sta a fianco.

Le domande dei giovani. Si chiamano Giorgio (cosa pensa delle leggi antimafia?). Oggi sono mutate le modalità operative. Non si uccide più di tanto, ma si investe, si condiziona. Le leggi vanno dunque adeguate ai mutamenti di tipo storico, economico e antropologico intervenuti (dark web, criptovalute, Intelligenza Artificiale…).

Roberto. Quale il messaggio di Falcone? Maestro, amico, consigliere. E la citazione della frase kennediana, riportata in cornice nel suo ufficio: “Tocca sempre corrispondere al proprio dovere, vera essenza della vita umana”.

Marco: Cosa pensa dell’arresto di Mattia Messina Denaro? Qui la risposta si fa articolata.

L’accendino di Falcone e la collezione di papere.

C’è anche spazio per il pezzo sull’accendino marca Dunhill donato da Giovanni Falcone prima di morire. 'Tieni, ho deciso di smettere di fumare”.

E poi la passione di collezionare le papere “perché lui amava non fare errori e quindi la papera per lui non ci doveva essere”. Incominciò così, per scherzo a collezionare papere, a farsele regalare da tutti gli amici che magari andavano all’estero. Una volta, nel suo ufficio, si accorse che ne mancava una. Trova il biglietto “sequestro di papera”, fatto da Borsellino che reclamava un riscatto.

Queste ed altre le emozioni, i momenti di alleggerimento, gli insegnamenti dati col sorriso e con la ferma convinzione di educare.

Non per illuminare, come la luce fredda di un faro. Ma per trasformarsi in fiaccola da accendere. Utile a far luce nel cammino della  vita.

Foto - Pietro Grasso incontra i giovani dell’ITTS Volta a UniPg

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