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INVIATO CITTADINO Ma quanti Musei del Jazz vogliamo fare?

Carlo Pagnotta risponde seccato sul Museo al Lilli

“Non amo farmi mettere in bocca frasi che non ho detto. Ecco come stanno le cose”.

Carlo, aiutaci a  capire

“Museo del Jazz al Lilli? Ma quando mai! Ne basta uno: quello promesso alla Turrenetta. Quando, e se mai sarà, resta questione tutta da vedere. Ma il Lilli è del tutto fuori questione”.

Ricorda. “Un paio di anni fa fosti tu, Sandro, a chiamarmi mentre stavo tornando dalla vacanza a Ischia”.

Vero

“Mi chiedesti se sapevo qualcosa circa la questione Turrenetta da dedicare al Jazz. Ti risposi alla perugina ecco le prime parole. Anche perché l’ipotesi era stata presentata una decina di anni prima dal sindaco Romizi da poco insediato, ma poi era stata messa da parte”.

Allora come sta la faccenda del sopralluogo al Lilli?

“Te la racconto in tutta franchezza. Sono stato invitato a pranzo dal giornalista Marco Brunacci. Erano con noi il vicesindaco Tuteri e l’assessore Gabriele Giottoli”.

E allora?

“Al termine, Brunacci ha detto ‘il mio lavoro l’ho fatto’ e se n’è andato. Dopo di che è stata avanzata la proposta di un sopralluogo al Lilli, di cui mi è piaciuto scoprire la presenza di spazi che ignoravo. Ma nulla ho detto sulla possibile utilizzazione come museo del jazz”.

Come mai, non lo ritieni idoneo?

“Ma che c’entra! Di musei ne basta uno. Non è un caso che un paio di mesi fa, in Sala dei Notari, parlando dell’argomento la Giunta ha ribadito la scelta di utilizzare la Turrenetta come Museo. Era con me anche il presidente Gianluca Laurenzi e ne abbiamo preso atto. Cosa c’entra, adesso, il Lilli?”.

Perché ti arrabbi?

“Mi arrabbio  perché non voglio essere usato, mai. Ma specialmente in prossimità delle elezioni. Non voglio fare il megafono di nessuno. Detesto che mi si mettano in bocca frasi e concetti che non mi appartengono”.

Cosa intendi per “mettere in bocca”?

“Te lo dico subito. Un giornale mi ha falsamente attribuito la frase che questo per me sarebbe un sogno. Ho provveduto immediatamente  a smentire, scrivendo all’interessato e alla proprietà. Lo dico chiaro e tondo: FACCIO ALTRI SOGNI! O, meglio, ne ho fatti parecchi, in passato. Ma non di questo genere”.

Allora, il sopralluogo? È documentato dall’amico Punzi.

“Vero. Ci sono andato perché il recupero di spazi importanti per la città mi sta a cuore. Ho portato con me anche Stefano Lazzari, responsabile della produzione. Ma preciso che non intendo farmi parte attiva in questa vicenda. Oltretutto, dico che è inutile mettere troppa carne al fuoco. Va fatta una cosa alla volta. Adesso concentriamoci su Turreno e Turrenetta”.

In conclusione?

“Riguardo al Lilli non ho mai parlato di museo. Ritengo che sia uno spazio prezioso da riconsegnare alla città. E non a U.J. per usarlo una settimana all'anno o poco più. Sta ad altri darsi da fare per recuperare l’immobile e deciderne la destinazione. Ma io ribadisco che l’impegno del Comune, pubblicamente assunto, è quello della Turrenetta dedicata al jazz. Tutto il resto sono solo chiacchiere”.

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