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Domenica, 28 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO Circolo Luigi Bonazzi. Mezzo secolo + 10 al servizio della città

Palazzo Gallenga. Appuntamento celebrativo che fa seguito al riconoscimento consegnato dal sindaco Romizi

Festa grande in Aula Magna di Palazzo Gallenga, solo posti in piedi.

Non solo soci storici e recenti, ma gente che del Bonazzi ammira la dedizione e la tenacia con cui ha attraversato ben sei decenni di storia perugina. Facendo realmente cultura, raccontandone anche le declinazioni più eterogenee e complementari: arte, letteratura, attualità, scienza e conoscenze di ogni tipo. Spesso stuzzicanti, come era nel carattere dei fondatori: i Venanti (Franco e Luciano), Gerardo Dottori, Virgilio Coletti… e la visione dell’atto fondativo sta lì  documentarlo.

Mentre scorrono le immagini delle feste di carnevale, di quelle di Santa Lucia, di incontri e temi, convegni e pubblicazioni. Il tutto sotto la direzione discreta e volitiva di un gruppo di persone coeso e pronto a rispondere alla chiamata – anzi alle chiamate, telefoniche e non solo – del grande Franco.

Addirittura anticipando tematiche come quella, attualissima, dell’Intelligenza artificiale di cui i bonazziani hanno sentito parlare fin dal 2018, in una conversazione decisamente anticipatrice. Lo rileva l’assessore Varasano che di Venanti fu amico, sebbene recente rispetto a quelli d’antan, ma certamente fedele e  confidente.

Resta sullo sfondo quel disegno di sintesi in cui le emergenze storico-architettoniche della Vetusta (Fontana, Priori, Arco Etrusco) confluiscono e si integrano in un unico schizzo. A documentare la certezza che stavano tutte riunite nel cuore e nella mente di Franco.

Breve premessa di Zaira Morettini, moglie e complice di Franco nell’avventura bonazziana, fatta di corse e d’inviti, di telefonate e dimestichezze, in perfetta sinergia amicale e familiare.

Accoglienza del Rettore Unistra Valerio De Cesaris, saluti di Walter Verini che confessa di essere entrato fra le amicizie più recenti. Intervento del colonnello Pietro Romano, comandante della Scuola di Lingue estere dell’Esercito di Santa Giuliana. Col suo campanile che svetta poco sopra la casa di Venanti. Luogo in cui Franco tenne numerosi incontri, e mostre, e momenti di cultura e socialità. Fino ad esservi presente virtualmente, anche in occasione del recente ricordo in suo nome e memoria.

Tanti i saluti. Tanta la musica, proposta dal pianoforte di Stefano Ragni e dal sax vellutato di Todini.

Poi il racconto di ciò che è stato, e vogliamo continui ad essere, l’Associazione. Con Maria Antonietta Gargiulo e Michele Chiuini a dipanarne gli step e ricordarne la mission. In modo accurato e affettuoso. Come solo chi sa che delle cose grandi è bene che si parli in grande. E con precisione. Col foglio sotto, cercando di non dimenticare niente e nessuno.

Infine la consegna degli attestati del Comune ai soci e il saluto-ringraziamento dei figli Barbara e Luca.

Questa la storia, raccontata su ciò che fino ad oggi è stato. Ad altri il testimone perché l’avventura abbia un seguito. Questo avrebbe voluto Franco. Con la mente sempre piena di progetti, mai di bilanci. Perché è stato un uomo proiettato verso il futuro. Anche quando intesseva i suoi racconti seducenti del passato. Non credeva all’historia magistra vitae. Ma la sua vita e le sue opere possono per noi assumere significato paradigmatico, assurgendo ad esempio. Da seguire a testa alta.

Detto fra noi. Anni fa, per meriti che Franco volle riconoscermi, ricevetti una lettera il cui il presidente-fondatore mi concedeva l'onore di nominarmi socio onorario del Bonazzi. Confesso che non sono stato tra i più fedeli frequentatori degli incontri. Anche perché sono abituato a farne troppe. Ma, quando serviva, ho risposto "presente". Quel giorno di non so quanti anni fa, quando ebbi in mano quella lettera, formale ma affettuosa, fui più felice che per una vincita alla lotteria.

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