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INVIATO CITTADINO Cento anni dalla morte di Giuseppe Bellucci, padre del nostro Museo Archeologico Nazionale

Ricorre in data odierna il primo centenario dalla morte di Giuseppe Bellucci, padre del nostro Museo Archeologico Nazionale. Ma chi se ne ricorda?

Ricorre in data odierna il primo centenario dalla morte di Giuseppe Bellucci, padre del nostro Museo Archeologico Nazionale. Ma chi se ne ricorda?

Lo fa egregiamente, con un numero monografico, il Quaderno n° 12 “GIUSEPPE BELLUCCI un tutto per la sua Perugia ”, emanazione della Pubblicazione Mensile ON LINE “Geografia”, fondata e diretta da Francesco Porzi © (Supplemento n° 1-2021 © Anno XII n° 1 Gennaio 2021).

Porzi ne ricorda i profili di alpinista - escursionista - ricercatore. E, soprattutto, fondatore a 31 anni della Sezione di Perugia del Club Alpino Italiano e Presidente dalla Fondazione, per 30 anni. (dal 1875 al 1905). In occasione della morte, il giornale repubblicano “Il Popolo” così lo ricorda: “Questo nostro giornale saluta con reverenza profonda e con cordoglio sentito la morte di Giuseppe Bellucci…. Come scienziato, si affermò per eccezionale valore fin dai primissimi studi, e la scienza diffuse dalla cattedra del nostro Ateneo con quella limpida passione, che gli rimase viva da quando vi salì giovanissimo dal 1869, fino agli ultimi giorni della sua vita…. Si accinse, con successo, al riordinamento del nostro museo etrusco-romano…”.

Quali i titoli scientifici e accademici del personaggio? “Dottore in Scienze Naturali, Chimica, Matricola di Alta Farmacia. Nel 1871 Ordinario della Cattedra di Chimica Generale di Perugia, nel 1876 Ordinario di Chimica Inorganica alla Facoltà di Medicina e di Farmacia, Insegnante di Chimica Generale a Medicina Veterinaria, Insegnante di Chimica Farmaceutica e Tossicologica, e di Chimica Bromatologica e Mineralogia”.

Ma anche numerosi ruoli istituzionali. Preside più volte della Facoltà di Medicina e Chirurgia, della Facoltà di Farmacia per due bienni, in più periodi, per quindici anni complessivi Rettore dell’Ateneo perugino”.

E le pubblicazioni? Un numero impressionante di articoli e volumi impossibile da enumerare. A noi piace ricordare che Bellucci compì interessanti studi sulle interpretazioni dei feticci e degli amuleti dall’età della pietra fino all’epoca moderna. Nel 1907 uscì un suo studio, "Il feticismo primitivo in Italia e le sue forme di adattamento", in cui si occupò a fondo del ruolo e delle funzioni apotropaiche (ossia come tener lontani mali ed eventi negativi) del grande repertorio di amuleti regionali italiani da lui stesso ricercati e collezionati.

Appassionato e competente collezionista. La sua Collezione, composta da migliaia di reperti preistorici ed archeologici, si può vedere presso il Museo Nazionale Archeologico dell’Umbria, nella sezione amuleti, studiata dall’etno-antropologo Giancarlo Baronti.

Non solo archeologia. Raccolse, studiò, scrisse e collezionò, coadiuvato dalla figlia Ada, anche reperti dell’arte della tessitura e del ricamo.

Il ruolo in massoneria. Come tanti personaggi di rilievo, Giuseppe Bellucci militò in massoneria, iniziato nella loggia perugina “Francesco Guardabassi”, divenendo Maestro venerabile.

Intestazioni e onori. La città di Perugia gli ha intestato il piazzale adiacente alla stazioncina di Sant’Anna. È stata affissa, nei primi anni del ’900, un’epigrafe in suo onore su una vistosa parete rocciosa sul versante sud del Monte Tezio. È stata rinominata la parete stessa col suo nome.

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