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INVIATO CITTADINO Incontro col Rettore Maurizio Oliviero. Bilanci e progetti

Il Rettore dell'Università di Perugia: "Il compito di un Ateneo antico come il nostro è anche quello di provare a tracciare una strada per il futuro"

Incontro con Maurizio Oliviero, Rettore dello Studium Perusinum. Bilanci e progetti.

Quale il bilancio dei primi tre anni alla guida dell’Ateneo? I risultati più significativi?

“Più che soffermarmi sui risultati passati, preferisco guardare sempre al futuro. In chiave di bilancio positivo, cito l’aumento delle immatricolazioni di ventimila nuove studentesse e studenti negli ultimi due anni. Ma anche il rinnovo della convenzione con l’Azienda Ospedaliera. Mettendo in rilievo il proficuo impegno, speso durante la pandemia, periodo in cui l’Università si è messa al servizio del territorio. In quella sofferta congiuntura, l’Università degli Studi di Perugia è stato l’Ateneo che ha registrato la maggiore crescita del Paese”.

I progetti più rilevanti?

“Tanti i progetti finanziati e numerose le iniziative, volte a migliorare la qualità della vita della comunità universitaria: penso alle campagne di prevenzione per i carcinomi o il fumo di tabacco, allo sportello antiviolenza, all’introduzione del bilancio di genere e del report di sostenibilità, agli aiuti a studentesse e studenti in difficoltà”.

Un clima consapevole e partecipato!

“Oltre i lusinghieri risultati, ciò che ci ha regalato maggiore soddisfazione è il clima che si è venuto a creare nella comunità universitaria: rinnovamento dello spirito di appartenenza e desiderio di partecipazione consapevole”.

Quale l’identità attuale dello Studium?

“Il nostro è un Ateneo è un’efficace sintesi di antico e moderno. Con la finalità specifica di essere sempre più proiettato nel futuro e nel mondo, grazie ad adeguate politiche di internazionalizzazione”.

Quali i passi in tal senso?

“Gli oltre seicento accordi stipulati con università e istituti di ricerca e formazione superiore in tutti i continenti, i circa millecinquecento studenti che ogni anno effettuano scambi da/per l’Università degli Studi di Perugia, i ventinove accordi che garantiscono il doppio titolo, spendibile in Italia e nel Paese di riferimento”.

Quali le iniziative dell’Ateneo circa il delicato argomento dell’occupazione dei giovani?

“Il tema dell’occupazione ci sta particolarmente a cuore. Sentiamo forte la responsabilità di garantire ai giovani un presente e un futuro degni di questo nome. Anche per questo, abbiamo attivato numerosi corsi orientati al mercato del lavoro, creando reti con aziende e istituzioni. Senza tuttavia mai trascurare, ma al contrario innalzando, l’eccellenza della didattica e della ricerca, motore fondamentale del progresso”.

Cosa ci raccontano le statistiche?

“L’ultimo rapporto Almalaurea evidenzia un aumento della soddisfazione degli studenti e un incremento dell’occupazione e della stabilità lavorativa. I dati analizzati dallo studio mostrano, infatti, un aumento di + 6,5 punti del tasso di occupazione dei laureati triennali a un anno dal conseguimento del titolo (dal 69,8% del 2021 al 76,3% del 2022), un dato superiore di quasi due punti alla media nazionale, ferma al 74,5%”.

Quale la percezione?

“Complessivamente, si legge nel rapporto, il 74,3% dei laureati dello Studium perugino considera il titolo acquisito molto efficace o efficace per trovare lavoro”.

Qual è il ruolo delle Università nell’educazione alla prevenzione delle patologie?

“L’Università non è un luogo deputato esclusivamente alla formazione umanistica e scientifica, come spesso si tende a pensare, ma un contesto dove educare nel senso più ampio: l’Ateneo di Perugia intende prendersi cura di tutte le persone che la frequentano, nei vari e differenti ruoli, ma anche della comunità nel suo insieme”.

Insomma: le persone al centro!

La qualità della vita non si promuove, infatti, solo imponendo obblighi e restrizioni o fornendo terapie, ma anche rimettendo al centro di tutto le persone. Adoperandosi per creare un sano equilibrio tra lavoro e vita privata, promuovendo comportamenti gentili e rispettosi nei confronti del prossimo, costruendo luoghi di lavoro sani e piacevoli da frequentare. Per questo, ogni iniziativa che vada in questa direzione è encomiabile, specialmente quando viene posta in essere da medici e scienziati di provata esperienza. È anche una scommessa culturale, poiché la prevenzione migliora la qualità della vita di tutti e contribuisce a creare cittadini migliori”.

Intravede sviluppi futuri nel settore della prevenzione?

“La medicina 4.0 e la telemedicina costituiscono, senza ombra di dubbio, prospettive molto interessanti, sulle quali come Ateneo abbiamo già iniziato a lavorare, grazie a progetti che portano la sanità direttamente dalle persone e incoraggiano quindi una democratizzazione della medicina. In futuro, la sperimentazione andrà estesa al monitoraggio continuo di dati biometrici, che in tempo reale ci consentiranno di intervenire prima, meglio, e con una maggiore efficienza, nella gestione delle risorse a nostra disposizione, nell’ottica di una medicina più vicina ai cittadini”.

Un grande futuro, in linea di continuità con una grande tradizione.

“Il compito di un Ateneo antico come il nostro è anche quello di provare a tracciare una strada per il futuro. Nel solco della grande tradizione di valori umani e culturali che ci è stata lasciata da uomini come Gentile da Foligno e Bartolo da Sassoferrato: esempi di vita la cui eredità appartiene alle nostre studentesse e ai nostri studenti, che sapranno di certo gelosamente custodirla e degnamente onorarla”.

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