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Martedì, 30 Aprile 2024
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Il Morlacchi come non l’avete mai visto. Una riconsacrazione del tempio laico della cultura cittadina

Il Morlacchi come non l’avete mai visto. Una riconsacrazione del tempio laico della cultura cittadina.

Tutta la città a far festa per una riconsegna di rango. Col fiore all’occhiello di essere riusciti a operare, in sicurezza ed efficienza, senza interrompere la programmazione di ben due stagioni teatrali.

Pubblico delle grandi occasioni nelle sue rappresentanze politiche, culturali, religiose, civili, militari.

Saluto del direttore artistico dello Stabile Nino Marino. In fila nel sottopalco Brunello Cucinelli e il sindaco di Perugia Andrea Romizi (veri e indiscussi protagonisti dell’evento), la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il rettore dell’Università degli studi di Perugia Maurizio Oliviero, Lucia Steri, responsabile nazionale comunicazione Ales spa.

Si comincia con una bella poesia di Patrizia Cavalli che introduce in bellezza e lirismo un evento straordinario.

Il discorso, fermo e appassionato, del sindaco Andrea Romizi. Che delinea, a volo d’angelo, storia e storie, figure, genium et ingenium perusinum. Partendo da Annibale Mariotti, passando per Guglielmo Calderini e Alessio Lorenzini, Sisto Mastrodicasa… fino all’oggi dell’ingegner Marco Eugeni, il quale ha speso risorse e competenze nel seguire i lavori con piglio professionale e tanta, tanta pazienza.

Un excursus, quello di Romizi, che non può non toccare cuori e precordi di noi perugini. Specie quando promette e delinea i futuri interventi nei pressi di Palazzo Manzoni e l’ex Gelsomini tinto di verde. Una prova di attaccamento e affetto che ricorda il kalòs kài agathòs (‘bello’ che si identifica col ‘buono’) appreso alla scuola di suo nonno Renato, grecista di lusso.

Il secondo protagonista, Brunello Cucinelli. Parole appropriate e coerenti col personaggio, il principe dei mecenati. Che parla di emozione e “rinascita non solo materiale ma anche spirituale”. Non esitando a definire il Teatro Morlacchi come “un teatro di famiglia cittadina”. Perché al teatro “è possibile vedere concretamente l’arte che diviene vita, e la vita catturare, oggi come sempre, da secoli, gli occhi, la fantasia, il cuore di ogni spettatore”.

Meglio non si poteva dire. Né fare.

Continuano intanto, per tutta la giornata odierna, le visite guidate a teatro aperto.

Il teatro Morlacchi restituito alla città

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