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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Una tre giorni di gentilezza, ricordando il suo opposto in lingua perugina

Si può e si deve essere gentili. Sempre. Anche in tempo di Covid. Perfino tra i ruvidi travertini della Vetusta

Una tre giorni di gentilezza (quella che va dal 13 al 15 novembre), ricordando… il suo opposto in lingua perugina.

Il 13 novembre cade la Giornata Mondiale della Gentilezza che, dal 1998, si festeggia in tutto il pianeta come World Kindness Day. Qualcuno, nel mondo della scuola, dice si tratti di una iniziativa che si dipana per tre giorni. Siamo dunque ancora in tempo per celebrarla – linguisticamente – alla rovescia. Prendendo in esame i termini perugini che, al suo opposto, significano rozzezza o “grezzaggine”.

Cominciando con lo spiegare come la si indica nella lingua del Grifo.

Il termine marampto, col significato di “maldestro, rozzo, grossolano”, deriva dal latino male aptum , ossia “poco adatto” o, come si dice in perugino, sdatto.

Lo stesso concetto si rende anche con grezzo, nell’espressione quill è più grezzo dla carta vetrata, (“costui è più rozzo della carta vetrata”), in cui la rudezza dei comportamenti è assimilata a quella della carta vetrata. Scrive il poeta Nello Cicuti: “Più grezzo del breccion del Tevere”.

Altra forma, di significato analogo, è rustco dal latino rusticus (“campagnolo”).

Di chi è isolato e poco comunicativo, si dice anche sia forèst(e)co (“ruvido”), con evidente derivazione da “foresta” o da foresto (“forestiero”).

Un altro modo di definire chi è poco raffinato è matrièle, ossia “materialone, scostumato”, dal latino materialis.

Detto di donna, matrièle si riferisce all’eccessiva facilità di costumi sessuali.

Per chiudere sulla gentilezza, vale riportare la frase di Henry James, peraltro legato alla nostra città, che definì “da assaporare lentamente”, oggi si direbbe in slow motion. L’autore anglo-americano afferma: “Nella vita dell’uomo ci sono tre cose importanti: la prima è la gentilezza, la seconda è la gentilezza e la terza (indovinate un po’?) si chiama gentilezza”.

Perché si può e si deve essere gentili. Sempre. Anche in tempo di covid. Perfino tra i ruvidi travertini della Vetusta.

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