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PERUGINERIE. Quando Garibaldi a Perugia visitò la fabbrica di candele in via Annibale Vecchi... fra storia e voce popolare

PERUGINERIE. Quando Garibaldi a Perugia visitò la fabbrica di candele in via Annibale Vecchi (che ancora così non si chiamava).

Ce lo ricorda lo storico Gian Biagio Furiozzi (nel suo splendido “Il birillo rosso”, da noi recensito LETTI PER VOI Il birillo rosso. Intervista con l’autore, lo storico Gian Biagio Furiozzi. Foligno 'ombelicus Italiae'). Furiozzi racconta che “Garibaldi, il 17 dicembre 1848, partì da Cattolica per raggiungere Foligno, attraverso Sigillo e Nocera, in vista di proseguire per Roma, dove era scoppiata la rivoluzione”.

Aggiunge: “Prima di lasciare Foligno, il 28 dicembre, volle recarsi a Perugia… dove venne accompagnato al Corso e prese alloggio al Palazzo dei conti Baldeschi dal cui balcone tenne un breve discorso”. L’evento è ricordato da una lapide.

Ma veniamo alla curiosità. C’è un aspetto cui Furiozzi accenna (alla pagina 75 del suo volume) e che intendo avvalorare, sulla scorta di una vox populi assai diffusa e da me raccolta diversi anni fa.

Pare che Giuseppe Garibaldi sia andato in visita a una fabbrica di candele esistente all’Elce. Qui si praticava un trattamento speciale per cui la candela durava di più e non emanava cattivo odore.

La lezione dovette risultargli di qualche utilità, se è vero che, quando si recò in America, l’Eroe dei due Mondi lavorò presso la fabbrica di candele dell’amico Antonio Meucci (cui fu scippato, da Bell, il brevetto dell’apparecchio telefonico).

All’Elce si trattavano prodotti per i quali era stato introdotto l’uso delle cere minerali. E l’apprendistato garibaldino sarebbe avvenuto proprio a Perugia.

Al dire di alcuni anziani, per tradizione orale, pare che i locali della fabbrichetta fossero ubicati al pianterreno del civico 69 dell’attuale via Vecchi. Fino ad alcuni anni fa ci abbiamo conosciuto una bottega di falegname. Poi il laboratorio dolciario di Barbara Baglioni.

Un’altra ipotesi vuole che la fabbrica fosse ubicata nella parte bassa della ex casa colonica Borgarelli, nel sito attualmente occupato da un palazzo (costruzione Biscarini) all’intersezione fra via Santini e via Benedetti Valentini. Quel casolare fu demolito alcuni anni fa e ne ricordo una torretta e delle merlature caratteristiche. Un aspetto medievaleggiante che non doveva dispiacere all’Eroe.

La tesi prevalente resta però quella dell’edificio lungo via Vecchi, già proprietà della famiglia Zeetti (foto), successivamente venduto e frazionato.

Che poi Garibaldi abbia messo piede proprio lì è tutto da dimostrare. Ma fa piacere pensarlo.

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