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Coronavirus, per il post epidemia bisogna ripensare alla mobilità cittadina: la proposta di tre associazioni

Bicicletta, trasporto pubblico, piedibus e incentivi per non prendere l'auto

Le associazioni Fiab, Legambiente e Udu di Perugia hanno scritto una lettera aperta al Comune di Perugia per scongiurare la mancanza di gestione della fase post covid sul tema della mobilità.

Una lettera che invita a riflettere su quanto potrebbe accadere “con la progressiva fine delle restrizioni per la gestione di emergenza di contrasto della diffusione della Covid-19” e il rischio di “una nuova condizione di emergenza traffico nelle città italiane”.

Secondo i tre soggetti firmatari “lo scenario è quello per cui l’uso del trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle misure di distanziamento sociale, che della sfiducia della popolazione nel prendere i mezzi pubblici, nonché della ridotta offerta da parte del trasporto pubblico locale”, usato in maggioranza da studenti e pendolari.

Bisogna evitare che i cittadini si orientino all’uso dell’auto privata, “congestionando a livelli mai visti il traffico cittadino, intasando gli spazi urbani, mettendo a rischio i pochi che non hanno o non usano un’auto, e peggiorando drammaticamente le condizioni di inquinamento atmosferico”.

Secondo il documento “Perugia è già oggi una delle città col più alto numero di automobili pro-capite (74 auto ogni 100 abitanti), e dove la maggior parte degli spostamenti già ora avviene tramite l’uso del mezzo privato (il 73% come riporta anche il Piano urbano per la mobilità sostenibile.

Le associazioni promotrici suggeriscono un pacchetto di misure per la gestione sostenibile della mobilità nella fase emergenziale e in quella immediatamente successiva che prevede la realizzazione di percorsi pedonali e corsie ciclabili in sola segnaletica; apertura delle corsie preferenziali alla circolazione delle bici; estensione posteggi e rastrelliere per bici; integrazione dei percorsi e dei servizi per bici sui provider di mappe online.

Previsto che un massiccio intervento economico per il potenziamento della mobilità attiva come alternativa all'uso dell'auto privata: incentivi all’acquisto di bici elettriche o muscolari; potenziamento e facilitazione all’accesso dei servizi di bike sharing; premialità e rimborsi chilometrici a chi utilizza la bici negli spostamenti casa-scuola, casa-lavoro, etc.

È necessario ripristinare “delle misure di equilibrio del sistema della mobilità, come le ztl, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali, indispensabili ancor più ora per gestire il traffico, rendere appetibili ed efficienti le modalità alternative all’auto”.

Nel documento si sottolinea anche il bisogno del “contenimento della domanda e dei picchi di mobilità lavorativa e commerciale, promuovendo in modo diffuso lo smart working come modalità facoltativa di lavoro con priorità per i pendolari extraurbani, rimodulazione degli orari delle attività commerciali, degli uffici e dei servizi pubblici per evitare i picchi di traffico concentrati e i sistemi di consegna a domicilio, privilegiando ed incentivando quelli su bicicletta e cargo-bike”, magari favorendo “modalità sostenibili di spostamento casa-lavoro, soprattutto verso le aziende con maggior numero di dipendenti”.

Fondamentale predisporre un piano per la mobilità scolastica 2020-21 che contempli piedibus, corse scolastiche dedicate, istituzione di “strade scolastiche” con limitazioni temporanee di traffico veicolare, istituzioni di percorsi protetti casa-scuola nelle aree territoriali maggiormente idonee.

Nella proposta c’è anche l’incentivo ad un maggior utilizzo della bicicletta, favorendo l’interscambio con il trasporto pubblico, promuovendo il cicloturismo anche in chiave economica e alla base di campagne informative “per stimolare stili di vita basati su forme di mobilità attiva, indispensabili per tenersi in salute e recuperare la forma fisica”.

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