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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il Comitato Family Day dell'Umbria propone ai candidati alle amministrative il Manifesto Valoriale

Con l'obiettivo che chi verrà eletto si impegni a promuovere i valori di promozione e tutela della vita nascente e della famiglia, all'insegna del bene comune per tutta la società

Come nelle passate tornate elettorali per l'elezione del Consiglio Regionale, anche in occasione delle elezioni comunali di Ottobre il comitato Family Day dell' Umbria, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose Umbria, propone a tutti i candidati a sindaco nei comuni umbri un Manifesto valoriale.

Il Manifesto è ispirato ai valori della famiglia naturale, della vita e della libertà educativa, ritenuti fondamentali per ogni amministrazione impegnata ad edificare il bene comune.

Il candidato Sindaco, con la sua firma si farà garante, nei confronti degli elettori, di una condivisone netta e totale all'interno della sua coalizione, nel perseguire le politiche indicate, che diverranno parte integrante del programma elettorale. Perciò, la sua firma significherà l’avvenuta valutazione e quindi accettazione – insieme ai candidati delle liste che sostengono la coalizione – di ogni punto contenuto nel Manifesto.

Una volta raccolte le adesioni, sarà cura delle associazioni proponenti il promuovere tramite stampa, social e mailing list, i nomi dei candidati Sindaco e relativi Candidati Consigliere che lo avranno sottoscritto e fatto proprio in tutto il suo contenuto. Il sostegno elettorale offerto è finalizzato a rendere consapevole l’elettorato di quali siano i candidati che accolgono nel loro programma la tutela e la promozione della vita nascente.

Ecco i punti del Manifesto

1. Inserimento nello Statuto dell’Ente del riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale

2. Riconoscimento del nascituro quale componente del nucleo familiare agli effetti di tutti gli interventi messi in atto dal Comune e attribuiti in base a graduatorie che tengano conto del numero dei figli

3. Sostegno alle misure aventi l'obiettivo di rimuovere le cause (specialmente di natura economica) che inducono la donna a decidere di abortire, anche promuovendo la collaborazione con i Centri di Aiuto alla Vita e con i Consultori familiari, come peraltro previsto persino dagli artt. n. 1, 2, 3 e n. 5, commi 1 e 2 della legge n. 194/1978.

4. Promozione di convenzioni tra Comune e Centro di Aiuto alla Vita per il sostegno alle gravidanze difficili e la messa a disposizione di spazi a tale scopo; diffusione di materiale informativo sull’attività dei Centri di Aiuto alla Vita nei Consultori e nelle strutture socio - sanitarie cui le donne usualmente si rivolgono per l’interruzione volontaria della gravidanza, nonché promozione dell’attività culturale degli stessi Centri negli ambiti della scuola, dei servizi sociali, della sanità; detto materiale dovrà far conoscere anche la possibilità, prevista dalla legge, di partorire in anonimato, l’esistenza di “culle per la vita”, i diritti spettanti alla gestante, a partire dal settore lavorativo.

5. Predisposizione di politiche di sostegno e tutela per la famiglia naturale sia dal punto di vista valoriale/antropologico/culturale che dal punto di vista amministrativo e fiscale (famiglia come soggetto fiscalmente riconosciuto, quoziente familiare), con particolare attenzione alle famiglie numerose e al sostegno alla natalità. 

6. Sostegno alle reti associative (come SOS disabili) impegnate nella promozione e attuazione dei diritti delle persone con disabilità e a progetti di integrazione degli alunni disabili nel contesto scolastico e sociosanitario, con stanziamento di risorse adeguate.

7. Riduzione delle discriminazioni esistenti tra i bambini dello stesso Comune che frequentano un servizio statale (gratuito, come le materne), un servizio comunale (invece parametrato al reddito), una scuola paritaria (retta unica per abbienti e meno abbienti).

8. Impegno per il raggiungimento di una vera libertà educativa in capo alla famiglia anche valorizzando lo strumento previsto anche dal Ministero dell’Istruzione (cfr. nota MIUR n.19534 del 20 Novembre 2018) del “consenso informato e preventivo” e iniziative di contrasto all’ideologia di genere, alla diffusione della pornografia e dell’uso di sostanze. 

9. Valorizzazione della fase finale / debole della vita umana, anche mediante interventi concreti per assicurare cure adeguate sul territorio comunale ai malati gravi, cronici o terminali, nell’ottica di quanto previsto dalla legge 38/2010 (cure palliative)

10. Impegno affinché l’ente comunale esca dalla rete RE.A.DY. (se ne fa parte).

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