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"Il lavoro, opera dell’uomo, si concilia pienamente con l’opera di Dio"

Il messaggio del Cardinale Bassetti durante la messa nell'officina della Centralcar

Ha parlato del grande bisogno che ha l’umanità oggi di ritrovare la pace il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, durante la tradizionale celebrazione della Santa Messa alla concessionaria Centralcar di Perugia, a pochi giorni dal suo incontro con il segretario dell’Onu Antònio Guterres

“È il dono che Gesù Cristo ha portato sulla terra quando è nato – ha commentato il cardinale Bassetti – e ha riportato con forza quando è risorto. È lui la pace, ci salva da tutti i nostri limiti, però la pace va costruita”. Pace, lavoro e attenzione verso i giovani nelle parole del cardinale Bassetti durante la celebrazione. “Guardando alle statistiche che riguardano i giovani in questi anni – ha proseguito il cardinale Bassetti – c’è da impressionarsi nel vedere i ragazzi che sono partiti dalla nostra regione. Non possiamo rimanere inerti di fronte a questo problema, dobbiamo fare di tutto perché si creino le condizioni perché possano avere lavoro e fare una famiglia qui. Se noi crediamo in una speranza umana e cristiana è affinandoci alle generazioni più giovani”.

“Quest’anno ha una valenza ancora maggiore parlare di pace – ha spiegato Ettore Pedini, presidente di Centralcar – e anche parlare di lavoro perché probabilmente andiamo di nuovo verso una recessione. Sembra una storia che non finisce mai: pandemia, guerra, siccità, sanzioni. Obiettivamente, c’è bisogno di pace, serenità e soprattutto di lavoro”.

Simbolicamente, quest’anno, la messa non è stata celebrata nei saloni della concessionaria, ma nei locali dell’officina Automotive Complex di Centralcar. Questo “è un segno – ha aggiunto il Cardinale Bassetti – che il lavoro, opera dell’uomo, si concilia pienamente con l’opera di Dio, perché il giardino della Creazione Dio, nella sua bontà, lo ha affidato alle mani dell’uomo”.

“La location dell’officina quest’anno l’ho voluta io – ha proseguito Pedini –, perché ho la sensazione che molto spesso il lavoro fatto con le mani sembra quasi che faccia paura e che nessuno lo voglia fare. Basta guardarci intorno e vediamo che ormai artigiani italiani sono rarissimi, tutti gli altri vengono dall’estero. Allora mi chiedo se, per caso, oltre che parlare di lavoro non dovremmo in tutta coscienza anche ritrovare di voglia di lavorare. In questo Paese, dove ci sono almeno 6 o 7 milioni di persone che potrebbero lavorare e non lavorano, noi dovemmo chiederci perché siamo finiti così, quando eravamo famosi nel mondo per essere grandi lavoratori”.

L’impegno della Centralcar in questo difficile periodo non si sostanzia solo nel lavoro, ma anche attraverso la solidarietà. Nei locali dell’azienda è infatti ospite una famiglia ucraina. “Non abbiamo fatto niente di speciale – ha concluso il presidente Pedini –, ma un gesto vero e concreto per stare vicino a chi ha bisogno”.

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