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Adriano Massettini, lo scultore di viale Faina, ci spiega la filosofia che sottende la sua opera

Adriano Massettini, lo scultore di viale Faina, ci spiega la filosofia che sottende la sua opera. Un lavoro apprezzato dai più, ma anche bistrattato, perfino distrutto con accanimento da intransigenti detrattori.

Noi, che siamo stati i primi a scoprirlo ed apprezzarne la dedizione, gli diamo modo di esporre le sue idee.

Esordisce ringraziando e ribadendo: “Effettivamente sono molte le persone che passando esprimono giudizi positivi sulla mia street art. Il loro apprezzamento mi motiva a continuare questa attività”.

Quale il senso del tuo lavoro?

“Si tratta di un’attività artistica in cui si incontrano filosofia, meditazione, riciclo, natura, libera espressione”.

Cosa ti proponi di comunicare?

“Ogni atto creativo origina dal vuoto dell'astratto. Una forma fisica reca sempre un messaggio, ripropone archetipi e miti celati nella coscienza collettiva”.

Vuoi farci qualche esempio?

“Quei nudi femminili sono un omaggio alla Dea Madre, un rito sciamanico per evocare fertilità, bellezza, buona sorte e abbondanza, e ogni figura ha in sé un significato”.

E i riferimenti alle religioni antiche?

“Le deità egizie ed etrusche dimenticate riemergono dal passato. Su quel tabellone pubblicitario rugginoso e negletto, ora presidiato da due cariatidi, ho disegnato il sacro fiore della vita, che evoca la legge dei numeri e la geometria sacra con le divine proporzioni della natura” [absit ogni chiave di lettura leghista, ndr].

Anche attenzione alle leggi della natura, vero?

“Ovviamente, su tutto questo domina e governa l'eterna legge del ciclo, della creazione, distruzione e rigenerazione. Infatti, se le piogge, gli elementi e la mano dell'uomo dovessero porre fine a queste forme, l'alchimia rigenerativa ne riciclerebbe i resti e darebbe il via a nuove creazioni. In pratica questa street art imita e segue l'esempio della natura e le leggi dimensionali, volte ad affermare che la materia e  l'energia dell'universo non muoiono, ma si trasformano.

‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’, ha detto Antoine Lavoisier”.

E i riferimenti esoterici?

“Sono molte le vie esoteriche che trovano evidenza nelle forme di argilla, dal Tao, allo Zen, dalla Wicca, all'alchimia, dallo sciamanesimo alla geometria sacra, dal paganesimo al sincretismo. E tutte ricercano l'armonia e la trascendenza dalla materialità”.

La tua scelta di viale Faina (oltre alla proprietà del piccolo appartamento) a cosa è dovuta?

“In viale Faina scorre un'energia particolare, la Via dell'Oro, prodotta da faglie telluriche che generano correnti positive, salutari, che non a caso portano al Tempio di S. Michele Arcangelo, l'edificio sacro forse più esoterico di Perugia. È questo un vero punto di congiunzione di forze arcane elevate. Basta accedervi e sostare in silenzio, per uscirne rigenerati”.

Insomma: il tuo lavoro vuole andare oltre il semplice valore estetico?

“Lo scopo principale del mio lavoro non è il primato estetico, ma la ricerca del significato, l'armonia, la pace, la comprensione dei mondi sovrasensibili, tramite la sacra terra, matrice originaria da cui veniamo e a cui torneremo, come nudi fanciulli”.

È questa la summa ideale che presiede alla generazione di quelle sculture. Una prospettiva – che piaccia o meno – per niente banale. Sono la mente, il cuore, la cultura gli elementi propulsivi della mano di Adriano. E non mi pare poco.


 

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