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Lunedì, 29 Aprile 2024
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VISTI PER VOI Quando la luce della danza illumina la scena

“Cecità” di Virgilio Sieni, da José Saramago, fra tragedia, speranze e… illusioni

Un progetto coreutico che si dipana da qualche anno, sviluppato da Sieni in sinergia col danzatore non vedente Giuseppe Comuniello.

Saramago come input, non come adattamento. Con vaghi riferimenti spiazzanti.

Sulla scena: Jari Boldrini, Claudia Caldarano, Maurizio Giunti, Lisa Mariani, Andrea Palumbo e Emanuel Santos, su musiche originali di Fabrizio Cammarata (suoni, rumori, suggestioni).

Perché, anche se non si vede, si può entrare in contatto con gli altri sensi.

Questo è il plot: in un mondo reso invisibile da un terribile virus, occorre adattarsi e rimodulare le nostre modalità di percezione.

Come non pensare all’analogia col covid 19 che ha stravolto e sottratto vite? E dal quale siamo usciti, sebbene malconci?

Ci eravamo persuasi che sarebbe servito a farcene venir fuori migliori. Le immagini atroci che vediamo, i tragici eventi che attraversiamo, smentiscono questa convinzione, annichiliscono la speranza. Ci fanno concludere che era tutta un’illusione.

Mentre i personaggi di questo straordinario balletto si rinnovano, intercettano un nuovo rapporto con la natura. Partendo da un’iniziale fotofobia, cercano una nuova percezione dell’universo, trovano se stessi. Perché, come è noto, occorre perdersi per trovarsi.

Di modo che perfino una mancanza si rivela una risorsa. Sulla scia del vecchio brocardo secondo il quale “solo chi cade può rialzarsi”.

Così il volere diventa potere. Quando si è mossi da una luce interiore. E la debolezza della vista viene compensata dalla forza della volontà. Perché anche l’impossibile può mettere ali. E un mutato rapporto con le cose e con la loro consistenza può anche aiutarci a coglierne l’essenza.

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