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Domenica, 28 Aprile 2024
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VISTI PER VOI Parte dal teatro Mengoni di Magione la tournée del nuovo spettacolo di Andrea Delogu

La soglia dei 40 metaforizzata col gioco delle carte

Il ludus dolce-amaro della  vita, raccontato con 40 e sto, da un’idea di Andrea Delogu e Rossella Rizzi. Scritto a più mani da Alberto Caviglia, Andrea Delogu, Rossella Rizzi, Giovanna Salvatori, per la regia di Enrico Zaccheo (mai troppo lodato per il risultato ottenuto con un solo attore, scena spoglia, effetti semplici, ma di sicuro appeal).

Quando la (auto)biografia diventa materia di affabulazione.

Vita come spettacolo, palcoscenico che inscena la vita, i propositi, le crisi (ir)risolte di una donna dei nostri tempi che si ritrova, nel mezzo del cammin, a tracciare provvisori bilanci, a ipotizzare possibili percorsi.

Ciò che è (irrimediabilmente) accaduto e ciò che può (ragionevolmente) proporsi.

Un flusso di coscienza (stream of consciousness) che è insieme spettacolo e tecnica narrativa, rappresentazione di pensieri caotici, affollati, desiderosi di essere messi a sistema, prima ancora che si traducano in atti.

Ma anche racconto (bilancio?) dell’accaduto, tra vero e desiderato, reale ed esorcizzato.  

Un viaggio tra essere e voler/dover essere. Tra conformismo e rivolta. Decidendo se conformarsi ai criteri correnti di seduttività o inventarsene di nuovi, ma congeniali.

Palestra che passion… ma che delusion!

Un quarantenne ha il diritto/dovere di autocompiacersi? O deve pagare il prezzo di corrispondere ai canoni correnti pur di piacere? Piacione è meglio che (auto)criticone?

La risposta suona orgogliosamente controcorrente. Senza sconti per nessuno di quelli che si atteggiano, si adeguano, si conformano, criticano senza costrutto.

Andrea Delogu – almeno sul palcoscenico – è capace di dire di no. Un NO netto e ironico. Con sarcasmo e (auto)derisione, perfino con rabbia. Come è giusto che sia.

Perché oggi, a 40, si è ancora a meno della metà del tempo che resta.

E, nel saluto finale, Andrea ha il dire e l’ardire di chiamare in causa il suo Lui, di alcuni anni più giovane, a testimoniare presenza e complicità. E lui, sebbene con un po’ di giovanile imbarazzo, si fa vedere, ma scappa subito.

Delogu, donna del nostro tempo. Coraggiosa, preparata, indipendente. In uno spettacolo  che ha la freschezza e l’energia di una ragazza che ne ha passate tante. E che ha il coraggio di (ri)mettersi in gioco. Malgrado tutto.

E questo “malgrado” si chiama infanzia e adolescenza in San Patrignano, un luogo dove “buon giorno” voleva dire veramente “buon giorno”. E le persone si dibattevano nel travaglio di un percorso duro, sempre nell’attesa di giorni migliori. Anche se non privi di insidie e malintesi. Muccioli docet.

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