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Martedì, 30 Aprile 2024
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LE NUVOLE di Antonio Carlo Ponti | Riflessioni agrodolci sul doloroso caso Patrick Zaki

UNO. Ho tripudiato alla notizia davvero felice e attesa della liberazione del giovane attivista per i diritti civili incarcerato e tenuto dietro le sbarre per quai 2 anni. Mediante procedure giuridiche scombiccherate. Ho accolto la notizia come milioni di persone con un sospiro di sollievo. Non è stato assolto ma graziato, vedete come sono clemente ci ha dichiarato un bieco dittatore. I tiranni son così, amano dichiararsi magnanimi su tappeti di ignominia e di crudeltà; Putin docet, così la masnada dei Pinochet e dei Franco, dei Ceaucescu e degli Hoxa, degli Hitler, dei Castro e dei Videla. Per restare al Novecento. Ma la storia millenaria n’è piena. Chi conculca e sopprime, censura e soffoca è uguale agli altri, con più o meno dannose o opprimenti sfumature. Viva il Nostro eroe, allora. Bentornato nel mondo degli uomini liberi. Lo aspettiamo nella sua Bologna chiosano giornali e tv.

DUE. Mia nipote Francesca si è laureata come Patrick all’Alma Mater Studiorum. Il primo Ateneo al mondo in senso moderno, forte di autonomia e di autorevolezza Ricordo con commozione quella mattinata. Ovvio! come il respiro o colme un bacio o una nuvola in cielo. Francesca ha sostenuto alcuni esami in lingua inglese e frequentato un Erasmus all’Università di Utrecht.

TRE. Ora, con tutto il rispetto e assai sommessamente mi domando perché il dottor Patrick Zaki non parla, più o meno fluentemente, la lingua di Dante e di Ariosto. Ed perché non sia salito su un aereo di Stato italiano per scendere la scaletta a Ciampino, toccando il suolo dello Stivale detto anche Bel Paese o dove fioriscono i limoni.

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