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CORREVA L'ANNO di Marco Saioni | Perugia 1912 – Referendum sul turismo in città. Le ricette dei perugini per attrarre i “forestieri”

Che inventarsi per allettare i turisti? Lo chiede il giornale ai suoi lettori, pronti a suggerire strategie al riguardo. Almeno un centinaio quelli che rispondono, suggerendo ricette ispirate. Ad aprire le danze due “forestieri innamorati di Perugia” crucciati dal consueto esodo estivo delle ragazze. Una sciagura per quelli come loro, attratti “dall’amabilissima femminilità” delle perugine. Che rimanessero in città, invece, disposte all’accoglienza. Basta con Fano, Senigallia e Falconara dove peraltro incombe il rischio della volgare abbronzatura per viso e braccia. Che pena poi impiastricciarsi con siero di latte e passeggiare sempre schermate dall’ombrellino per evitare di abbrustolirsi come facchini. Il pallore nobiliare era all’epoca il canone estetico di riferimento. Suscitare dunque “l’amore per il nido nativo” e dissuadere dalle fughe estive, garantendo così al turista una buona concentrazione di signorine nella bella stagione. Questo sì sarebbe “il miglior mezzo di réclame”.

Il suggerimento dei due forestieri lascia intuire un interesse non esattamente orientato verso musei, monumenti, aria salubre o scorci da cartolina. A dirla tutta è l’ignoranza triviale che respinge i turisti. Quel vociare continuo dei carrettieri e il loro infierire sugli animali da tiro, bastonati a sangue. E’ giusto di ieri l’altro l’episodio, protagonista un umanoide che a Monteluce rovesciò una catasta di oscenità all’indirizzo di una signora, replicando a un rimprovero per i maltrattamenti inflitti al mulo. Ci mancò poco che il bruto desse seguito a propositi irriferibili. E’ dunque necessario e urgente civilizzare una buona parte della popolazione “che si trova in uno stato di rozzezza impressionante”. Basti pensare, del resto, alle frequenti reazioni nei confronti delle turiste, qualora sedute sui gradini della Prefettura a conversare. “El vede, se credon de sta ‘n campagna” è il commento più garbato. Del resto, una trentina di anni prima, marmaglie sghignazzanti avevano accolto Wagner e Cosima, sua signora, mentre passeggiavano a braccetto, seguiti a distanza da un servitore in livrea. Un atavico astio verso il forestiero, quello che alligna tra i perugini, non v’è dubbio.

La soluzione è semplice, garantiscono altri, costruire villini moderni con tutte le comodità, di cui già godono gli abitanti delle grandi città. Non tutti amano lapiazza d'armi (1) vita d’albergo, oltretutto costosa, ma disporre di abitazioni in affitto con giardino e acqua in abbondanza, quella di Nocera, farebbe la differenza. Dove? Proprio lì a Piazza d’Armi, dopo averne abilitato la funzione di area fabbricabile e disposto un piano per mettere a dimora alberi ombrosi. Altri andrebbero costruiti in zone fresche e comode, non distanti dal centro, come Monteluce ed Elce. Altro che villini, a Perugia non si può passeggiare senza rischiare un’insolazione per mancanza di ombra, replica un lettore. La piazza d’armi, in particolare, da torrida distesa di polvere, chiasso e sole deve farsi immenso parco con alberi d’alto fusto. Non solo, va anche trasformato in accogliente giardino l’attuale campo adibito a tiro a segno, da trasferire altrove, poiché anche ostile al riposo altrui.
 
Strategie di marketing, suggerite da altri, tendono inoltre a qualificare Perugia come eccellente stazione climatica. Un messaggio da diffondere nelle principali città “con pubbliche affissioni colorate, ben fatte che illustrino i nostri monumenti, panorami ecc.” La proposta è strettamente connessa all’agibilità ferroviaria. Comunicazioni dirette tra Perugia, Firenze e Roma, dunque. Non è possibile nel presente infliggere ai viaggiatori il cambio di carrozza a Foligno e Terontola. Davvero inconcepibile. E poi costituire la direttissima Roma-Perugia-Venezia mediante il prolungamento della Centrale Umbra fino a Forlì. Oltre alle infrastrutture viarie, occorre costruire “un importante e moderno stabilimento balneario” da realizzare presso l’area sottostante l’officina elettrica (attuale sede del tribunale difronte alla galleria Kennedy). Il minimo per una città eletta a stazione climatica.

Mancano iniziative di svago estivo. Solo cinema e cinema, si lamentano alcuni. Che si apra la Sala dei Notari e l’Accademia dei Filedoni per conferenze, concerti, feste, spettacoli lirici, “si abbellisca la città con villini” una vera ossessione quella dei villini, tanto da ipotizzare la manina di qualche
costruttore. C’è poi da curare il restauro delle “cose vecchie” come gli edifici medievali, ora in stato miserevole, ma se davvero vogliamo attrarre turisti bisogna pensare in grande. Allora si crei un ampio velodromo in prossimità del Frontone dove gli aviatori, “il cui numero va ogni giorno aumentando, vi atterreranno ansiosi”. Per loro, accoglienza festosa con pinocchiate e cantucci tuffati nel vin santo. 

Divenuta Perugia meta prediletta della flotta, saranno tanti i villeggianti ad accorrere per assistere all’atterraggio dei “coraggiosi aeronauti”. Propositi realizzabili anche per i più ostili al futuro e comunque più accessibili della linea ferroviaria diretta Roma-Perugia-Firenze. A cogliere in pieno l’occasione offerta dal giornale è tuttavia Bruno Carattoli, segretario dell’Unione Sportiva Braccio Fortebraccio, che presenta un articolato progetto in grado di attrarre il popolo degli sportivi, capace di qualificare davvero la città; la costruzione di un moderno stadio nella vasta area della piazza d’armi. Prevista la pista in cemento per ciclisti, motociclisti e pattinatori. Un’altra adatta al podismo e all’ippica. Non mancherà una vasca di 600 mq per il nuoto ma libera a tutti, in grado di assolvere tutte le necessità, ora negate, data l’assenza di bagni pubblici. In sostanza una piscina per le abluzioni, vista la scarsa confidenza dei perugini con le discipline natatorie. Per dirla con Virgilio, “Rari nantes” in città. 

Sarà inoltre presente “un piazzale rettangolare di mq 5000 per il football” e poi tribune, gradinate da 6000 posti, sale per docce, massaggi. Un’autentica cittadella per lo sport che il Comune dovrebbe avallare concedendo gratuitamente il terreno. La relativa delibera arrivò in fretta. Due soli i consiglieri contrari, motivando il rifiuto con l’impatto ambientale nei confronti del complesso architettonico di Santa Giuliana. Numerosi gli articoli a seguire sull’argomento, poi il silenzio. Trascorsero venticinque anni prima di inaugurare lo stadio, firmato dall’architetto Lilli.

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