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Economia

La crisi climatica minaccia il vino umbro: "Annata nera, una vera e propria emergenza"

L'allarme della Cia: "Nei vigneti di Sagrantino e Merlot perdite fino al 70%"

Le piogge torrenziali, la peronospora, il caldo torrido. La Cia - Confederazione italiana agricoltori - dell'Umbria - lancia l'allarme: "Ingenti i danni alle vigne a causa della crisi climatica". Come spiega una nota "l'alternarsi di piogge eccessive con il ristagno dell’umidità, come quelle degli scorsi mesi, e il conseguente proliferare di malattie fungine e i picchi di caldo di luglio. Meteo pazzo che mette alla prova la vite e nei viticoltori desta forte preoccupazione per la vendemmia. Nello specifico la situazione è questa: gli agricoltori umbri che producono Sagrantino e Merlot attestano perdite fino al 70% della capacità produttiva". 

Roberto Di Filippo, imprenditore vitivinicolo, presidente di Cia Perugia e Anabio Umbria (associazione per l’agricoltura biologica), parla di "vera e propria emergenza". E spiega: "Con le condizioni climatiche avverse, si sono purtroppo verificate situazioni favorevoli agli attacchi fungini abbastanza importanti. In passato ci sono state criticità simili, ma sicuramente questo è un pessimo anno per le produzioni di vino dove possiamo attestare le perdite al 60%. Per ciò che concerne il biologico ci sono poi situazioni diverse, a seconda delle zone e di molte variabili: in alcune aree umbre, ad esempio, le malattie fungine sono quasi nulle, mentre in altri casi ci sono perdite che vanno verso il 100 per cento, tant'è che in questi appezzamenti non si passerà a raccogliere le uve". 

Tutto il comparto vitivinicolo, anche quello ‘tradizionale’, non è stato risparmiato, come conferma anche Giovanni Dubini, imprenditore agricolo dell’Orvietano: "In Umbria si stanno verificando situazioni ‘a macchia di leopardo’ che stanno lasciando uno strascico pesante, andando ad incidere su quantità e qualità dei raccolti. È presto per calcolare l’entità effettiva dei danni che questa stagione instabile sta provocando, ma l’evidenza è sotto gli occhi di tutti".

A peggiorare la situazione, ora, conclude la Cia, "anche il caldo torrido con temperature bollenti sui campi, che mette ulteriormente a rischio alcune produzioni non solo di uva, ma anche di colture ortofrutticole". 

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