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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia Assisi

Confindustria Umbria, Vincenzo Briziarelli confermato all'unanimità: "Il settore è solido. Le sfide che ci aspettano"

Il neo presidente nella relazione: "Per combattere il lavoro povero serve aumentare la produttività"

Il presidente uscente, Vincenzo Briziarelli, è stato confermato alla guida di Confindustria Umbria con il 100 per cento dei voti. Confermato anche il vice, Giammarco Urbani. La proclamazione oggi nel corso dell'assemblea dell'associazione degli industriali che si è riunita al Lyrick di Assisi.

"L’industria umbra è solida. È uscita da una serie di tempeste che non si erano mai viste in così poco tempo. In tre anni ci sono stati la pandemia; l’interruzione delle catene di fornitura; la crisi energetica; l’invasione russa dell’Ucraina; ed ora la guerra israelo-palestinese. Nonostante ciò, le nostre imprese innovano, crescono, si affermano nei mercati - ha sostenuto nella sua relazione - Le filiere produttive sono flessibili, veloci e di primissimo livello internazionale: da quelle della moda all’aerospazio, all’agroalimentare, all’edilizia ed alla meccanica. Negli ultimi anni l’industria della regione ha avuto una metamorfosi concreta, frutto di ricambi generazionali, di competenze manageriali, di aperture relazionali. Non è più quella di 10 anni fa, è molto più internazionale. I dati sulle vendite all’estero lo dimostrano. Un tempo, più di un terzo dell’export dipendeva da una sola azienda. Ora c’è una distribuzione più omogenea, con il protagonismo di vari comparti che stabilmente innalzano la presenza dei prodotti umbri nei mercati internazionali”

“Il contatto quotidiano con le quasi mille associate fotografa un grande dinamismo imprenditoriale. Il buon tono dell’industria locale non significa che non vi siano spazi di miglioramento o che non serva una discontinuità. È vero l’opposto.  Sarà indispensabile ripensare in profondità strategie, organizzazione e processi in funzione dei mutamenti che stravolgono il mondo in cui opera l’impresa. Ma lo faremo potendo contare su un tessuto robusto, capace di adattarsi ai nuovi paradigmi" ha sottolineato ancora ricordando che “Le grandi trasformazioni che interessano le aziende sono due”. Ovvero: “La disponibilità, per la prima volta nella storia, di un’intelligenza non umana; la sostenibilità come obiettivo essenziale delle imprese. L’Intelligenza artificiale e la sostenibilità cambiano il paradigma di fare impresa e generano una frattura con il passato. L’intelligenza artificiale è una tecnologia rivoluzionaria e pervasiva che impatta sulle imprese, sul lavoro e sulla vita delle persone. A livello aziendale, favorirà l’efficienza dei processi produttivi, migliorerà la produttività e la qualità. Consentirà nuovi modelli di affari e nuove modalità organizzative. È noto che questa tecnologia apre grandi opportunità, ma presenta pure enormi rischi. Le due facce della stessa medaglia sono oggetto di approfondimenti ai più alti livelli istituzionali. Siccome solleva, tra gli altri, problemi di etica, trasparenza, discriminazione e privacy, occorre regolarla per evitare che diventi una tecnologia contro l’uomo”. Due i rischi che intravede il presidente rieletto, per i giovani e per alcuni settori produttivi"

“Sarebbe drammatico se i ragazzi si affidassero solo all’intelligenza artificiale, trascurando la propria. Si appiattirebbero su un terreno che annulla le diversità e l’autonomia. Finirebbero per vivere non in base alle loro scelte, ma a quelle uniformi proposte dal software. Devono usare l’Intelligenza artificiale; non essere usati dall’Intelligenza artificiale” ha aggiunto ancora Briziarelli, proseguendo: “Il secondo rischio riguarda i settori industriali dove la creatività e l’originalità sono il tratto distintivo del prodotto. La creatività fondata su algoritmi preimpostati potrebbe mettere in secondo piano la sensibilità e l’inventiva umana che sono invece le fonti più autentiche e distintive del made in Italy. Diverso è il caso per i comparti più tecnologici che con l’intelligenza artificiale possono esaltare le loro prestazioni”.

“A vincere saranno le imprese che sapranno valorizzare il lavoro delle persone con gli strumenti di Intelligenza artificiale. L’azienda che avrà successo sarà quella che avrà questa forma di collaborazione tra uomo e tecnologia. Non si tratta di scegliere l’uno o l’altra, perché sarà l’alleanza tra i due a fare la differenza. Dell’intelligenza artificiale non faremo più a meno, ma bisogna avere le competenze per evitare tre possibili errori: usarla troppo; usarla troppo poco; usarla male. In fondo, ci vuole più intelligenza naturale per valorizzare quella artificiale”.

La seconda trasformazione che interessa le aziende è l’ampliamento del loro ruolo. “Non basta che producano reddito. Devono proteggere l’ambiente; favorire il benessere della comunità; generare valore per un lungo periodo. Devono, cioè, essere sostenibili. La sostenibilità non è una risposta tattica alle nuove esigenze del mercato o alle norme che lo regolano. È un vero e proprio mutamento del modo di essere delle imprese. È una trasformazione radicale della loro natura”.

“Noi imprenditori siamo tutti per la sostenibilità. Lo dimostrano gli ingenti investimenti che abbiamo fatto per ridurre le emissioni, produrre ed usare energia pulita, abbassare l’impatto ambientale e rafforzare la presenza nelle nostre comunità. Ma la sostenibilità deve essere un traguardo raggiungibile, non un sogno irrealizzabile”.

Per affrontare le trasformazioni del digitale e della sostenibilità "ci piacerebbe confrontarci con i concorrenti ad armi pari. Nella stessa Europa abbiamo Paesi con condizioni completamente diverse. Non pretendiamo situazioni di privilegio, ma non accettiamo nemmeno ulteriori penalizzazioni. Un ruolo fondamentale per definire le regole lo ha l’Europa, e, nel suo ambito, il Parlamento europeo. L’anno prossimo si terranno le elezioni per il suo rinnovo e daremo maggiore attenzione a questa fase della vita politica”.

“Per generare crescita ed occupazione servono due cose: la stabilità politica e geopolitica, e la programmazione delle misure di sostegno alle imprese per un periodo di almeno 5 – 10 anni. Solo così si alimentano gli investimenti. E gli investimenti sono essenziali per alimentare lo sviluppo, unica strada percorribile per ripagare il debito pubblico ed anche, aggiungo, per innalzare la produttività, precondizione per elevare i salari. Per combattere il lavoro povero non serve la legge. Serve la produttività” ha ribadito ulteriormente Briziarelli.

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