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Cronaca

Umbria Mobilità, stipendi "congelati" e azienda addetta manutenzione in stato di agitazione

In attesa del prestito regionale e dei crediti da Roma, continua il braccio di ferro all'interno dell'azienda. I sindacati uniti criticano anche l'atteggiamento dei soci: "Non hanno pagato ancora la loro parte del servizio di trasporto già effettuato"

Sembra proprio non migliorare la situazione difficilissima di Umbria Mobilità nonostante il prestito ponte della Regione dell'Umbria - in fase di approdo nelle casse - e lo sblocco con il contagocce dei crediti da Roma. L'ennesima denuncia allarmante arrivata dalle Segreterie Regionali di  Filt-Cgil,  Fit-Cisl,  Uilt-Uil,  Faisa-Cisal e  Orsa che non nascondono il rischio di un blocco del servizio a tutti i livelli - ventilato ma non certo ufficiale - dato che i dipendenti non hanno ancora preso lo stipendio e anche il personale delle ditte partecipate come la Savit è in stato di agitazione. Una società che si occupa delle manutenzioni dei mezzi per corse urbane ed extraurbane.

Dito puntato anche con i soci di Umbria Mobilità che non sarebbero in regola con i loro pagamenti per il servizio pubblico già percepito nonostante siano a conoscenza dei problemi di cassa dell'azienda: "Le Organizzazioni Sindacali giudicano negativamente la circostanza per cui tutti gli  enti concedenti (provincie e comuni), che sono anche Enti Proprietari, non hanno onorato gli impegni finanziari, da tempo scaduti,  per servizi ricevuti  da Umbria Mobilità, aggravandone la già difficile situazione economico-finanziaria". I sindacati tornano uniti contro l'ipotesi di una sorta di privatizzazione per la quale l'azienda sta già preparando un bando per individuare il futuro socio privato. L'obiettivo è quello di creare una nuova società senza debiti che paga un canone di affitto per mezzi e corse alla vecchia società che così lentamente può pagare a rate il suo debito.

"In questa situazione in cui i dipendenti sono "anestetizzati" dall'incertezza sul pagamento delle loro retribuzioni, il CDA, su mandato dei Soci, sta procedendo con la predisposizione del bando ad evidenza pubblica per l'individuazione di un partner industriale. Rispetto a questa ipotesi, le Organizzazioni Sindacali ribadiscono le loro perplessità in quanto non la si ritiene ne una soluzione al problema ne, tantomeno, una scelta strategica. Peraltro, questa ipotesi appare in netta contraddizione con la scelta politica che ha condotto alla costituzione dell'azienda unica regionale. Infatti, le Organizzazioni Sindacali ritengono che le istituzioni, anziché ritenere indiscutibile e intangibile il piano di ristrutturazione degli advisors, dovrebbero valutare anche soluzioni  alternative quali, per esempio, il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti; è paradossale che le istituzioni pubbliche umbre si debbano privare di un'azienda "strategica" in un settore fondamentale quale è il TPL". I sindacati sono pronti a nuove proteste: presidio davanti ad Umbria Mobilità e altri previsti nei consiglio provinciali, regionali e comunali. Sono stati invitati anche le associazioni dei consumatori per tutelare il servizio pubblico pagato dai cittadini.

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