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Cronaca Città della Pieve

Dall'Umbria una nuova preziosa scoperta: dopo 100 anni nuova spedizione a 17 metri di profondità

Ancora una volta la terra pievese rivela tesori. Nei giorni scorsi si è riacceso l'interesse rispetto ad una "grotta singolare" come venne descritta da Fiorenzo Canuti nel volume "Nella patria del Perugino" del 1926

A seguito di questo sopralluogo, l’idea delle giovani archeologhe è quella di fare un rilievo grafico di quanto visibile (planimetria e prospetti) e magari di effettuare lo svuotamento dell’interro che ormai ricopre l’ambiente fino quasi a colmarlo e cercare di comprendere le reali dimensioni dell’ambiente, eventuali elementi architettonici e pitture ancora presenti, poiché l’interro attuale è a grandi linee lo stesso visto dal Canuti come si evince dal disegno pubblicato nel suo libro.

L’ambulacro è in effetti una sorta di “mistero” che per lungo tempo ha solleticato l’interesse popolare sia per quanto riguarda le pitture un tempo presenti: “il disegno di una grande stella rossa, da cui partono, per ogni lato lungo le pareti della camera – scrive Canuti - , geniali e graziosi di pittura e graffito in formelle geometriche… entro cui sta sempre una stella ad otto punte, base di tutta l’ornamentazione di questa stranissima grotta… L’ingresso dipinto in azzurri con stelle d’oro, che davano all’ambiente l’aspetto di un cielo stellato”. E ancora “Anticamente si credette di dare una qualche importanza a queste grotte, considerandole come catacombe o edicole di antichi cristiani, e il Baglioni avanzò l’ipotesi di un nascondiglio di antichi eretici, forse della setta dei Fraticelli… Vi è chi affaccia l’ipotesi di una basilichetta a tipo greco, fatta dai primi monaci seguaci di S.Nilo… e chi pensa ad una cappelletta sotterranea, relativamente recente, appartenuta a qualche gruppo di devoti di campagna.

Non manca ancora chi osserva che potrebbe essere una tomba con dromos a più celle come nell’ipoego etrusco di S. Galgano in Perugia. Fra queste altre ipotesi che si fanno – scrive ancora il Canuti – ci pare di preferenza dover accogliere quella, che ritiene essere stato questo vuoto inizialmente un ipogeo etrusco, scoperto nell’alto medio evo; ed allora spogliato di tutto e trasformato in cappella cristiana. Vi avrà forse preso dimora qualche buon eremita; ovvero sarà stato il ritrovo dei fedeli della campagna, come luogo più raccolto e adatto alla preghiera; o più probabilmente sarà stato il nascondiglio di quei cristiani che gemevano sotto il giogo dei tiranni nel Vi, VII e VIII sec., dove si celebravano i divini misteri, e si custodiva la SS Eucarestia”.

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