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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

RUBRICA "Letti per voi": le "pagine scritte sull'Umbria" nel ”Diario scritto di notte” di Gustaw Herling

Merito ad Arnaldo Picuti per aver scovato, nel ”Diario scritto di notte”, di Gustaw Herling, delle “pagine scritte sull’Umbria”, raccolte in una snella plaquette, edita sotto gli auspici dell’Associazione Orfini Nemeister. Herling, di nazionalità polacca, convintamente antinazista, partecipò alla battaglia di Montecassino e, nel 1955, si stabilì a Napoli, dove sposò Lidia Croce, terzogenita del filosofo. Collaborò con “Il Mondo” di Pannunzio, “Il Corriere della Sera”, “Il Giornale”, “La Stampa”, “Il Mattino”. È scomparso nel 2000.

Arnaldo Picuti, bevanate, è avvocato di professione, ma scrittore di vaglia, storico accurato, giornalista di persuasa vocazione. L’amico folignate Luigi Frappi ha realizzato 10 tavole originali che scandiscono la breve antologia, per la traduzione di Marta Herling. La pubblicazione valorizza il patrimonio culturale di Foligno e dell’Umbria, promuovendo la conoscenza del territorio. L’esergo di Adam Mickiewicz rileva come “ogni polacco in pellegrinaggio non è errante, poiché errante è colui che vaga senza scopo…”, rilevando che il viaggio è, per un polacco, un obiettivo in sé. Nell’opera “Breve racconto di me stesso”, Herling testimonia il proprio amore per l’Umbria, della quale ebbe a scrivere: “La regione che prediligo in Italia è l’Umbria. Qui vi sono le città cui mi sento più legato: Perugia, Assisi, Todi e Gubbio”. Ma esalta anche Orvieto, Todi, Spello, Bettona.

E aggiunge: “C’è in ogni cosa un che di irreale e di sonnolento, di rallentato, ed è così che rimarrà impressa nella mia memoria tutta l’Umbria. Una regione a parte, un paese dove il tempo si trascina, poi si ferma e di nuovo riprende il suo pigro corso”… “Umbria dolce, la chiamano alcuni, terra mistica la definiscono altri”.

E, a proposito della Cappella di San Severo: “A Perugia c’è un piccolo oratorio di camaldolesi, San Severo, che viene aperto soltanto facendone richiesta al guardiano che abita lì accanto. Lo apre e lo consegna… La fila dei santi nella parte alta della parete è stata eseguita da Raffaello, discepolo del Perugino… soltanto nel 1521, un anno dopo la morte di Raffaello, il Perugino, quasi ottantenne, completò al suo posto la parte inferiore con altri sei santi. Si invitano i visitatori a osservare il triste contrasto fra il momento dello slancio luminoso del giovane discepolo e il momento del tramonto del vecchio, stanco maestro”. Una pagina che non sai più se definire lirica o da storico dell’arte.

E poi Bevagna, definita “gioiello in miniatura” e Foligno “dalla quale mi respingevano i ricordi non troppo piacevoli della guerra”. Insomma: una geografia degli affetti che ci fa sentire vicino il grande scrittore polacco. C’è da aggiungere che il libro comprende anche qualche inedito, il che lo rende ancora più prezioso.

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