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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Ragazze schiave nei night club dell'Umbria, in 49 finiscono davanti al giudice

Aperto il processo contro una banda di italiani e stranieri che trafficava giovani donne dall'est Europa e le faceva prostituire nei locali e per le strada

Centinaia di donne russe ed ucraine arrivavano in Italia e negli altri Paesi europei con documenti falsi e dopo di che venivano ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi nei locali notturni di Perugia, Terni e provincia. E per 45 persone si è aperto il procedimento penale davanti ai giudici del Tribunale di Perugia.

Le ragazze, provenienti da Russia, Ucraina, Polonia, Bielorussia, Germania, Austria, Spagna, Portogallo e Repubblica Ceca erano reclutate con la promessa di un lavoro, ma una volta giunte in Italia erano rinchiuse in appartamento, private dei documenti e costrette a restituire il denaro del viaggio. L’ingresso in Italia avveniva attraverso falsi visti turistici, ottenuti presso le rappresentanze diplomatiche o attraverso albergatori conniventi che producevano false prenotazioni. Per restituire il denaro, sotto continue minacce fisiche e psicologiche, erano costrette a lavorare nei locali notturni dell’Umbria “effettuando anche prestazioni sessuali in favore dei clienti”.

Gli imputati si suddividevano i compiti: c’era chi procacciava le ragazze, anche minorenni, nei suoi viaggi all’estero, il commercialista che teneva i conti della banda e curava la sistemazione in alberghi e residence controllati dal gruppo criminale, c’era l’autista che accompagnava le ragazza dall’hotel al night club e chi si occupava di minacciare e percuotere le ragazze quando non si rifiutavano di lavorare. Tra gli imputati anche diverse donne, molte delle quali si prostituivano nei locali e svolgevano il ruolo di controllore delle ragazze affinché non fuggissero o cercassero aiuto presso i clienti o all’esterno quando uscivano per fare acquisti.

Tutti i soldi che le ragazze incassavano con le loro prestazioni erano trattenuti dal sodalizio criminale, con la scusa che ogni giorno che passava il debito era aumentato, dovendo pagare vestiti, pernotto e cibo. Alle giovani schiave restavano pochi soldi per comperare lingerie e cosmetici.

Le ragazze meno remissive venivano piegate con violenza e minacce e messo a prostituirsi su strada, controllate da un’altra ragazza “fedele” ai capi e mai lasciate sole se non quando incontravano i clienti. Anche in questo caso l’intera somma guadagnata veniva sequestrata.

Tra gli indagati anche i gestori dei locali notturni, ritenuti responsabili dello sfruttamento della prostituzione, avendo organizzato spettacoli e gestito gli incontri con i clienti, sempre nei privèe dei night club, incassando le somme per le prestazioni delle ragazze. Locali che si trovavano a Perugia, Terni, Spoleto, Corciano, Magione, Bastia Umbra, Gualdo Cattaneo, Gualdo Tadino tra il 2008 e il 2011.

I reati contestati vanno dal favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina alla riduzione in schiavitù fino all'induzione e allo sfruttamento della prostituzione. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Pietro Gigliotti, Giuseppe De Lio, Guido Rondoni, Giovanni Zurino, Delfo Berretti e Francesco Pugliese.

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