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Cronaca

Complici consapevoli, il 60 per cento dei perugini compra merce contraffatta

Un questionario degli studenti di Scienze della Comunicazione - mille intervistati - svela come e quanto si acquista merce falsa o copiata. Ecco tutti i dati che dimostrano come si uccide l'economia locale e si alimenta l'illegalità

La contraffazione e il falso di autore sono in realtà un reato molto tollerato e soprattutto sfruttato dagli stessi perugini. Anche se arreca un danno al made in Italy, alimenta il giro delle mafie e aumenta il numero di clandestini importati in Umbria per sfruttarli, senza diritti, da associazioni criminali. Una complicità che emerge da due dati su tutti del questionario raccolto e compilato dal Laboratorio Fuori Campus di Scienze della Comunicazione che ha intervistato mille persone durante la Fiera dei Morti. Il primo dato: il 60 per cento degli intervistati ha comprato merce palesemente contraffatto.

E di questi il 70 per cento non solo era consapevole ma lo ha fatto volutamente perchè lo reputava un affare. In molti sono intenzionati ancora a comprare merce illegale e che crea un danno all'economica sana locale e nazionale. In particolare dagli irregolari si compra marche copiata (ma a basso prezzo) nel campo dell'abbigliamento, della musica, cosmetici, giocattoli e persino medicinali non approvati dalle autorità sanitarie. Comunque sono borse e cinte quelle più acquistate sul mercato nero.

I falsi vengono trovati soprattutto dagli ambulanti stranieri e sui banchi delle fiere. Il prodotto contraffatto sta subendo un forte fascino per via della crisi economica: i bassi prezzi sono - come emerge dal questionario un elemento - uno degli elementi fondamentali per l'acquisto. Solo il 20 per cento non si rivolge alle bancherelle illegali per "principio o per rispetto della legalità". Insomma siamo complici del mercato nero che finanzia spesso la criminalità e uccide l'economia di casa nostra.

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