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Cronaca

Minaccia di sfregiare la moglie con l'acido, il figlio nasconde il flacone: a giudizio marito violento

L'uomo è accusato di aver sputato in faccia alla donna, di averla insultata e vietato di tingersi i capelli. Non doveva guidare e neanche lavorare

Il sostituto procuratore Tullio Cicoria ha chiesto il rinvio a giudizio per un uomo di 59 anni, accusato di “aver maltrattato la propria moglie convivente”, percuotendola e minacciandola di morte o di sfregiarla con l’acido. Tra le violenze contestate anche il divieto di tingersi i capelli e gli sputi in faccia, con l’aggravante di aver commesso il fatto alla presenza dei figli minori.

L’imputato, difeso dall’avvocato Teresa Giurgola e Antonella Fortunato, dovrà comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare il 27 settembre del 2022. La donna è assistita all’avvocato Michele Maria Gambini.

La Procura di Perugia contesta all’uomo diversi episodio di violenza con botte, insulti, minacce di morte nei confronti della moglie, nonché di uso dell’acido per deturpare la donna di 35 anni.

Secondo il racconto della donna, le violenze sarebbero iniziate quattro anni fa, a seguito della sua richiesta di maggiore indipendenza, di poter uscire di casa e lavorare di più. La donna in quel periodo, infatti, ha preso la patente e iniziato a lavorare come collaboratrice domestica.

Il marito non avrebbe accettato questa situazione e avrebbe iniziato a maltrattarla, fisicamente e psicologicamente, in un crescendo che ha portato la donna a temere per la sua incolumità e per quella dei figli, oltre che a vivere in uno stato di ansia.

L’episodio principale si sarebbe verificato il giorno che la donna è tornata a casa con i capelli tinti dal parrucchiere. L’uomo le avrebbe detto che non aveva il diritto di tingersi i capelli, gettandola poi sul letto e colpendola con schiaffi e pugni e sputandole in faccia.

Dopo questo episodio la situazione sarebbe peggiorata, sostiene la donna, con maltrattamenti e vessazioni costanti, che hanno portato la donna ha chiedere la separazione. Decisione che avrebbe incrementato le aggressioni e le minacce: “ti spezzo”, ti meno”, “ti brucio”, “ti faccio mangiare la terra”, “ti sfregio”.

Tra le minacce anche quella di “riportarla in Marocco”, dove avrebbe avuto meno tutele che in Italia. Tanto più che la donna non è cittadina italiana, in quanto il marito le avrebbe sempre impedito di richiederla.

L’uomo pretenderebbe di verificare le entrate economiche della donna e vorrebbe anche gestire i soldi che lei guadagna lavorando, saltuariamente. Nella denuncia la donna ha anche affermato che il marito da tempo avrebbe smesso di provvedere alle esigenze familiari, cui deve fare fronte lei con le sue entrate

Un giorno la donna, inoltre, era andata a camminare in campagna, quando si è trovata di fronte il marito che l’avrebbe aggredita e picchiata, solo l’intervento di un passante avrebbe salvato la donna. Al rientro a casa, poi, avrebbe trovato chiuso, con il marito che non la voleva far entrare e solo l’intervento della figlia aveva appianato la questione.

Un mese dopo, invece, il figlio avrebbe visto rientrare l’uomo in casa con un flacone di acido muriatico e nasconderlo. Ricordandosi delle presunte minacce alla madre, il ragazzo avrebbe svuotato il contenitore di acido. In un’altra occasione, infine, sempre il figlio avrebbe difeso la madre e la sorella, insultate dall’uomo davanti ad un gruppo di amici, definendole come delle prostitute.

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