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Cronaca

Ancora una Marcia Perugia-Assisi: "La guerra è diventata normalità, dobbiamo costruire la pace"

Una nuova “Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità” il 9 ottobre per gridare basta a "rassegnazione e indifferenza" su “guerre, migrazioni, terrorismo, stragi e violenze”

Una nuova “Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità” il 9 ottobre per gridare basta a "rassegnazione e indifferenza" su “guerre, migrazioni, terrorismo, stragi e violenze”. Una nuova Marcia della Pace “contro le politiche che alimentano le paure, accentuano le divisioni, avvelenano i rapporti e allontanano le soluzioni”. In più, un appello, perché ciascuno faccia “la propria parte per costruire la pace in tutti i campi”.

Una marcia “che non è un semplice rituale”, ha specificato Sergio Bassoli, della Rete della pace, “ma un impegno che fa parte di un percorso”. E ancora: “Con questa marcia - ha spiegato Flavio Lotti, della Tavola della pace - non vogliamo solo scuotere i responsabili della politica internazionale, che non agiscono, ma anche riconoscere che la pace è responsabilità di tutti, quindi anche nostra”.

"La pace è eccezione, la guerra è diventata normalità - ha osservato il missionario Alex Zanotelli -  dobbiamo ricordare le nostre responsabilità come Italia e italiani. Vorrei che durante la Perugia-Assisi si dicesse al nostro Governo di obbedire alla legge 185 del 90 che impedisce al nostro Paese di vendere armi ai Paesi in conflitto che violano i diritti umani".
Già, la questione delle armi. Solo nel 2015, ha ricordato Maurizio Simoncelli, di Archivio Disarmo, "l'Italia ha esportato armi per oltre 8 miliardi di euro, soprattutto verso il Medio Oriente e il Nord Africa".

Quindi, che fare? Una speranza c’è. “Il cambiamento - ha aggiunto il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, parte dal dentro di ciascuno di noi. Ci sono persone private della dignità di vivere, sono milioni i morti vivi. Questa è la principale guerra che si combatte sotto i nostri occhi, che fa tanti morti vivi, anche in Italia". E ancora: "Chi è senza lavoro, chi è povero ed è costretto a chiedere - ha detto Ciotti - è privato della sua libertà e dignità e le mafie prosperano. Le mafie prosperano sulla povera gente e si nutrono di povertà e arretratezza".

E la Marcia della Pace non sarà un sasso lanciato nel vuoto. La Federazione nazionale stampa italiana ci sarà e darà il suo appoggio. “Come Federazione – ha annunciato il presidente Giuseppe Giulietti - ci permetteremo di rivolgere un appello alla Rai, in accordo con l'Usigrai, perché si trasmetta la diretta della Marcia e si dedichi una settimana ad approfondimenti sulle ragioni dei conflitti e delle ingiustizie nel mondo".

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