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Cronaca

Maltrattamenti nel centro disabili di Collestrada: i tre arrestati oggi davanti al giudice

Interrogatorio di garanzia per i soggetti sottoposti agli arresti domiciliari. Decine di persone sentite in Procura come informate sui fatti

Interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia, per le tre persone sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte violenze all’interno del centro diurno Forabosco di Collestrada.

I tre indagati, difesi dagli avvocati Gabriele Brindisi, Michele Morena, Giuseppe Berellini e Luca Gentili, sono chiamati a rispondere alle domande della Procura e del giudice per spiegare la loro posizione, oppure avvalersi della facoltà di non rispondere e provare a far scoprire tutte le carte all’accusa con un ricorso al Riesame.

Carte dell’accusa che contengono minacce: “Io t’ammazzo... dai fastidio agli altri, vattene di là, vattene di là, manco in compagnia ti meriti di stare, vai di là, vai di là” perché non voleva alzarsi dalla sedia. Oppure pugni e schiaffi a un altro disabile ospite della struttura perché si era bagnato, facendosi la pipì addosso: “Alzati, alzati, chi t’è mort...”.

Nell’atto di accusa sarebbero molteplici gli episodi con insulti, umiliazioni e punizioni, tanto da far scrivere al giudice per le indagini preliminari, nel disporre la misura cautelare, di “condotte che esulano da qualsivoglia finalità di contenimento o di rieducazione essendo frutto di violenza gratuita e continue denigrazioni delle persone offese da parte di soggetti che, invece, quali operatori della struttura che si è assunta il compito di assistere gli utenti con disabilità, hanno il ruolo e la funzione di cura e assistenza verso gli utenti della stessa”.

Nella struttura, secondo l’accusa, si sarebbe creato un clima “vessatorio … per gesti del tutto innocui” da parte degli ospiti derivanti “dall’impossibilità di compiere i gesti quotidiani della vita a causa della loro disabilità”.

L’ipotesi difensiva,a grandi linee, propende a far derubricare l’accusa di maltrattamenti in quella di abuso dei mezzi di correzione, meno grave e che non necessità della misura cautelare. Da valutare anche l'insieme dei filmati, in quanto dai fotogrammi si cristallizza l'eventuale atto violento, ma non quello che è accaduto prima e dopo.

Oltre ai tre arrestati per maltrattamenti risultano indagate altre quattro persone che avrebbero assistito senza intervenire oppure erano a conoscenza dei fatti, ma non avrebbero allontanato gli operatori autori delle presunte violenze.

Persone che la Procura sta sentendo con le formule di garanzia dei propri difensori. Sono alcune decine, infine, le persone che il sostituto procuratore e gli ufficiali di polizia giudiziaria stanno ascoltando in quanto persone informate sui fatti: si tratta di persone che hanno lavorato nella struttura e potrebbero aver assistito agli episodi incriminati o altri vicende collegate.

A far partire l’indagine è stato l’esposto di un genitore che nel tempo si è accorto che il figlio tornava a casa con lividi sul corpo. Dopo l’esposto gli investigatori hanno piazzato delle microcamere che hanno ripreso gli episodi di violenza ben descritti nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari.

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