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Cronaca

Lite nel condominio di nonna, due giovani sotto processo: uno per aver tentato di tirare un pugno, l'altro per eccesso di difesa

La lite era stata scatenata da un portone sbattuto con forza ed era avvenuta sotto gli occhi di tutti i condomini affacciati sull'androne delle scale

Va a trovare la nonna e litiga con un vicino di casa perché sbatte il portone condominiale. Entrambi finiscono sotto processo con le accuse di tentate lesioni, lesioni, ingiurie, minacce ed eccesso colposo di difesa.

Protagonisti della vicenda un 26enne difeso dagli avvocati Giuliana Astarita e Cesare Carini e 37enne difeso dall’avvocato Riccardo Buldrini.

Secondo la Procura il 37enne avrebbe “a fronte del rimprovero ricevuto per aver sbattuto il portone condominiale e provocato rumori di disturbo del vicinato” dapprima reagito “verbalmente con espressione aggressiva del tipo ‘ma fatti i c… tuoi’, poi con fare intimidatorio si portava davanti alla faccia” del condomino “e lo spintonava, quindi, dopo essere stato spintonato a sua volta, caricava i pugni e li portava all’altezza del suo volto come per colpirlo, con ciò compiendo atti idonei, diretti in modo non equivoco a procurargli lesioni personali anche gravi, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà, in particolare a causa della reazione difensiva” dell’altro contendente che “gli bloccava i polsi”.

Il secondo è accusato di aver esagerato nel difendersi in quanto “mentre si trovava presso l’abitazione delle nonna, durante un diverbio con un inquilino nello stesso stabile che egli stesso aveva appena redarguito per avere sbattuto il portone e provocato rumore, disturbando il vicinato “per eccesso colposo di reazione difensiva contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, pericolo derivante dalla aggressività manifestata” dall’altro inquilino “lo afferrava ai polsi e, torcendoglieli con forza, usando guanti da motociclista, gli cagionava lesioni” consistite nella frattura del terzo medio e quinto metacarpo della mano sinistra, con una prognosi di guarigione superiore a 40 giorni di malattia.

Il 26enne è anche accuse di ingiurie per aver offeso l’onore e il decoro con espressioni tipo “figlio di p…, drogati, pezzi di m…”, frasi pronunciate davanti a tutti i condomini affacciati sulle scale condominiali.

I reati, secondo i difensori degli imputati, sarebbero già prescritti, ma il giudice ancora non si è espresso.

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