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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Perugia, spara al compagno di caccia mentre sposta un fucile in auto: processato

Depositata in Tribunale una perizia balistica e citata in giudizio come responsabile civile l'assicurazione

Ferito da un colpo partito dal fucile mentre l’arma veniva spostata, in aula la battaglia si accende quando si parla di risarcimenti.

Si è aperto il procedimento a carico di un uomo di 48 anni, difeso dagli avvocati Luca Dattolo e Alessio Spinelli, che deve rispondere dell’accusa di lesioni personali gravissime e omissione di soccorso a seguito di incidente di caccia.

Secondo la Procura di Perugia, l’imputato avrebbe sparato a un compagno di battuta di caccia al cinghiale “per colpa dovuta ad imprudenza consistita nel non mettere in sicurezza” il proprio fucile prima di appoggiarlo sopra un’altra arma “tra il sedile lato passeggero e il cambio” nell’abitacolo dell’autovettura utilizzata per raggiungere il luogo della caccia.

La vittima, un 53enne, si è costituita parte civile tramite l’avvocato Pietro Gigliotti. Il difensore dell’uomo ha chiesto la chiamata in giudizio, come responsabile civile della Federazione italiana caccia e dell’assicurazione Allianz, obbligatoria per tutti i cacciatori.

L’assicurazione ha eccepito la nullità della citazione in giudizio del responsabile civile per mancata notifica della costituzione di parte civile da parte della difesa della vittima, contestando la carenza di legittimazione passiva a stare in giudizio.

Il giudice, come proposto anche dalla parte civile, sulla base di recenti espressioni della Corte Costituzionale, ha ritenuto non necessaria la notifica della costituzione di parte civile, ribadendo che l’assicurazione è tenuta a intervenire come in qualsiasi altra tipologia di incidenti venatori.

Secondo la ricostruzione dal fucile sarebbe partito un “colpo che attingeva il compagno di caccia all’avambraccio destro procurandogli una ferita da arma da fuoco avambraccio a destra con perdita di sostanza cutanea, muscolare, tendinea e ossea regione ulnare, frattura radio con mobilità superiore radiale presente ipovalida”.

Una perizia che ricostruisce la dinamica dell’evento è stata depositata in Tribunale tra gli elementi di prova ammessi in dibattimento.

L’uomo avrebbe riportato, così, una “incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni e l’indebolimento permanente della funzione prensile” di mano e braccio.

La Procura di Perugia contesta anche l’omissione di soccorso in quanto l’indicente di caccia sarebbe avvenuto alle 10.50 del 17 ottobre del 2019, nella campagna di Gubbio, ma la richiesta di soccorso sarebbe stata fatta solo da un altro cacciatore sopraggiunto in seguito. Sarebbe stato quest’ultimo a chiamare il 118 alle 12.01.

Il giudice ha fissato già il calendario di udienza per i giorni 8 e 17 maggio del 2023 per sentire i testi e il 5 giugno per la discussione.

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