rotate-mobile
Cronaca

EDITORIALE Si può sostenere la famiglia tradizionale e allo stesso tempo dare il patrocinio al Pride? Il caso Penna, la Costituzione e la libertà

In Umbria da giorni le associazioni pro-life, cattoliche e del family day stanno protestando contro la Giunta Tesei colpevole di aver dato il patrocinio alla manifestazione Lgbt nonostante abbia firmato accordi pre-elettorali per sostenere la famiglia tradizionale. Ecco il nostro punto di vista

Firmare un patto per valorizzare e incentivare le famiglie numerose e la natalità e allo stesso tempo dare il patrocinio al Pride Umbro che inneggia alla libertà, al rispetto di chi ha gusti sessuali diversi da quelli eterosessuali è uno sdoppiamento della personalità o peggio ancora un tradimento rispetto a patti firmati? Una domanda che viene fuori dopo la decisione della Giunta Tesei di dare il patrocinio al Pride che ha scatenato la rabbia delle associazioni cattoliche prolife e per la famiglia che chiedono invece di impegnarsi per una legge seria sulla famiglia tradizionale come sottoscritto in campagna elettorale, ritirando immediatamente questo atto che, a loro giudizio, favorisce le teorie gender. Ognuno risponde a modo suo. Ognuno ha il suo parametro rispettabilissimo. E anche chi vi scrive, ed ha l'onore di dirigere un giornale, ha una sua idea che vuole condividere con i propri lettori e con i propri amici e familiari. Ho sempre detto di essere un liberale cattolico, lontano dal mondo degli estremismi e della fede progressista. Nemico dell'intellettuale organico che educa scrivendo le masse. Noi raccontiamo i fatti, diamo voce a tutti, poi i lettori si faranno una propria opinione. Da uomini liberi. Da lettori liberi.

Ma da giornalista mi corre l'obbligo di scovare quello che non torna e poi metterlo sul piatto della discussione. Detto questo io credo che la decisione della Giunta di centrodestra di dare il patrocinio al Pride è  un atto rispettoso per la comunità Lgbt e per tutti i cittadini di questa Umbria. Un atto che non stride con gli elettori di destra e di centrodestra - non nascondiamoci: lesbiche, gay e bisessuali votano anche questa coalizione - e con i cattolici centristi. Non stride neanche se hai firmato e difendi le posizioni della famiglia tradizionale e sei critico con le politiche che incentivano più l'aborto che la vita. Ma come è possibile questa coerenza della Regione in bilico tra forte difesa della famiglia tradizionale e la natalità e il patrocinio al Pride umbro? Per me è ovvio e lo scrivo il più chiaro possibile: il Pride nasce per difendere, tutelare e affermare i diritti-doveri dei cittadini di qualsiasi orientamente sessuale rispetto a quello eterosessuale. Questa è la base culturale e sociale dell'evento su cui nessuna istituzione di questo Paese, di qualsiasi colore, può dire di no alla richiesta di patrocinio per l'evento. L'obbligo arriva direttamente dalla Costituzione Italiana volendo leggere neanche tanto tra le righe il fondamentale articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".  Nelle condizioni personali e sociali rientrano, secondo me, a pieno diritto gli orientamenti sessuali.

Quindi una istituzione di buonsenso non può negare eventi che si basano anche su questo principio o non rilasciare il proprio patrocinio. Bisogna capire che qui non c'entrano i patti firmati, le proprie convinzioni sulla pillola abortiva, sull'utero in affitto, sulla totale equiparazione tra matrimoni gay e con quello tradizionale. Non si parla di Decreto Zan - con i suoi pregi e i suoi rischi da ridiscutere e limare come ha previsto il Parlamento -. Tutte proposte aggiuntive - che ovvimanete saranno riproposte  al Pride - che il centrodestra e la Giunta Tesei non hanno mai fatto propri e  che combatteranno nelle sedi politiche opportun se riteranno di farlo. Qui si parla di ribadire che tutti i cittadini italiani sono uguali e nessun deve essere discriminato o peggio ancora affamato ed escluso.

Concludo con un grande poeta, morto in povertà e discriminato: il nostro Sandro Penna. Con coraggio è stato uno dei primi a scrivere, senza ideologie e senza cavalcare correnti di pensiero, l'universo dell’amore omosessuale fatto allora di incontri sessuali spesso degradanti, in luoghi nascosti e con persone sconosciute, ma dove riemergeva l il bisogno di essere amati, di essere riconosciuti, di essere visibili e felici. Il patrocinio è un atto istituzionale dovuto per questi motivi. Altra cosa invece sono le scelte politiche su adozioni, matrimonio, utero in affitto, decreto legge Zan.

Ps: un consiglio per i movimenti per la famiglia tradizionale e pro-life: fate pressioni per più soldi per le famiglie numerose, per più soldi per le case popolari anche in favore della giovani coppie, fate pressioni per un grande piano per la natalità dove al centro ci deve essere la donna che non deve scegliere più se lavorare o fare soltanto la genitrice-educatrice. Fate pressioni per fare in modo che la legge regionale sia approvata il primo possibile. Se la Tesei e la Giunta non faranno il massimo su questo... allora sarebbe un vero tradimento elettorale. Non certo questo piccolo, ma dovuto patrocinio dal valore economico tra l'altro risibile. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

EDITORIALE Si può sostenere la famiglia tradizionale e allo stesso tempo dare il patrocinio al Pride? Il caso Penna, la Costituzione e la libertà

PerugiaToday è in caricamento