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INVIATO CITTADINO Giardini del Frontone: le statue tornano a nuova vita, ma c'è ancora molto da fare

Completato il restauro e la pulizia delle sei sculture rappresentanti le Arti, ma nessun intervento sulla ottocentesca vasca centrale. Non parliamo poi dello stato delle aiuole e dei viali..

Giardini del Frontone: ultimo atto. Completato il restauro e la pulizia delle sei sculture rappresentanti le Arti. Lavoro che è frutto dell’Art Bonus e testimonia l’attaccamento dei perugini al primo parco pubblico della città. Le sculture, un tempo, abbellivano il ninfeo di piazza d’Armi che fu poi demolito e le opere “deportate” al Frontone: luogo perfettamente aderente alla loro facies artistica e storica.

I restauratori hanno completato il lavoro, mettendo sotto copertura quelle sculture che verranno presentate nel loro nuovo look di incantevole candore, dopo la conclusione della stagione all’arena cinematografica dei fratelli Gatti. La fine dei lavori è prevista per il 22 novembre, ma la conclusione avverrà prima.

Il secondo lavoro giunto al capolinea è la pulizia e il restauro dei muretti che fronteggiano l’Arco in travertino, realizzato dai membri della “Colonia Arcadica Augusta” alla fine del Settecento, su disegno di Baldassarre Orsini.

Come spesso accade, i soldi non sono bastati per procedere al ripristino di quest’opera un cui puntale (quello di sinistra) è stato messo in sicurezza, essendo in predicato di caduta. Ma i soldi per l’Arco non ci sono e il lavoro resterà monco. Ripulito e integrato il primo muretto, mentre quello più vicino all’Arco va fatto dopo aver transennato il tutto, al fine di evitare un rischio per gli operatori.

Nessun intervento anche sulla ottocentesca vasca centrale che mostra tutti i propri acciacchi di vecchiaia. Non parliamo poi dello stato delle aiuole e dei viali, stressati da troppi eventi, non sempre coerenti con la natura del luogo. “In un giardino – dice un assiduo frequentatore – si presentano fiori e piante, non cibo di strada e merci con bancarelle da fiera di paese“. Bene, invece – aggiunge – la musica, il teatro, lo spettacolo declinato nelle sue varie forme”.

Resta aperto il problema della fontanella. In un primo momento era sparita. Poi, dopo le proteste di residenti e frequentatori, era magicamente ricomparsa. Dicevano che fosse al restauro, ma si trattava di una pietosa bugia, visto che è poi riapparsa nello stato precedente.

Intorno alla fontanella si è sviluppata un’accesa diatriba che vede su parti opposte i genitori dei bambini che frequentano il giardino e i convinti cinofili che vi portano a sgambare il cane. I genitori e i nonni non gradiscono che i cani bevano alla fontanella, appoggiandoci le zampe anteriori e, in qualche caso, addirittura entrandovi per bagnarsi.

I cinofili sostengono che non c’è niente di antigienico, poiché l’acqua (a zampillo) viene continuamente rinnovata. Il fatto è che esiste una fontanella laterale, con ciotola di servizio, dove gli amici a quattro zampe possono dissetarsi. Ma la questione ha preso una piega pretestuosa e conflittuale. A prescindere dalle ragioni e dai torti.

Il Comune si trova compresso tra incudine e martello e non vuole scontentare nessuno. Perciò ha rimesso la fontanella, evitando accuratamente di ricollegarla alla rete idrica. Ma il giochetto non può durare in eterno e una posizione occorrerà assumerla, responsabilmente.

Aspettiamo ulteriori interventi che riqualifichino ulteriormente un’area verde – con lecci secolari e aiuole di bosso – che era un tempo l’orgoglio della città. 

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