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Cronaca

Ladri in azione nel parcheggio dell'azienda: assolti perché manca la querela

La Cassazione accoglie il ricorso della Procura: "Distruggere la recinzione è un'aggravante, non c'è bisogno della querela da parte delle vittime del reato"

Due ladri entrano di notte nel piazzale di un’azienda, dopo aver distrutto la recinzione, per compiere una razzia sui mezzi parcheggiati.

I due imputati, due albanesi di 38 e 32 anni, sono stati condannati in primo grado, ma assolti in appello dal reato “di furto per difetto di querela, previa esclusione della contestata aggravante”. La Procura generale ha fatto ricorso in Cassazione “deducendo erronea applicazione della legge penale e vizi di motivazione in merito all'esclusione della menzionata aggravante”.

Secondo l’accusa emerge, dalle dichiarazioni dell'impiegata della ditta dove è avvenuto il furto, “che gli imputati, per penetrare nelle pertinenze della stessa e svaligiare uno dei camion ivi parcheggiati, avrebbero necessariamente rimosso i pannelli della recinzione per poi eventualmente risistemarli”.

Un comportamento che, secondo la Procura generale, integra “l'aggravante della violenza sulle cose”.

La Cassazione ha accolto il ricorso “con conseguente annullamento con rinvio della sentenza impugnata alla Corte d'appello di Firenze per nuovo giudizio”. Per i giudici romani “l'aggravante della violenza sulle cose ... si realizza tutte le volte in cui il soggetto, per commettere il fatto, manomette l'opera dell'uomo posta a difesa o a tutela del suo patrimonio in modo che, per riportarla ad assolvere la sua originaria funzione, sia necessaria un'attività di ripristino”.

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