rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Da boss dello spaccio a Fontivegge a piccolo pusher su piazza: la Cassazione lo rimette in libertà

Il giudice per le indagini preliminari: "Non ha lavoro, né casa. Se esce torna a spacciare". Per i giudici romani: "Episodi di lieve entità, non può stare in cella"

Spaccia in piazza del Bacio perché non ha un lavoro, non ha una casa, vive su una panchina ai giardinetti a Perugia, ha avuto problemi di salute ed è tossicodipendente.

È stato arrestato e messo in carcere, ma la Cassazione ha accolto il ricorso proposto da un tunisino di 45 anni, difeso dall’avvocato Vincenzo Bochicchio, e ha annullato il provvedimento.

L’uomo era stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Perugia dopo un’indagine durata una settimana, con tanto di appostamenti e filmati degli episodi di spaccio, ripresi dalla telecamere di sicurezza e controllo del Comune di Perugia nel settembre del 2021.

L’uomo è accusato di aver ceduto, il 2 settembre, una dose di eroina ad una italiana al prezzo di 20 euro. In tasca ne aveva altri tre involucri.

Un primo episodio di spaccio, sempre cessione di eroina ad una donna, è stato registrato il 19 agosto, nel sottopasso tra piazza Vittorio Veneto e piazza del Bacio.

Il 20 agosto aveva venduto eroina ad un donna e ad un uomo. Identico comportamento tenuto il 24 agosto, sempre nei pressi della stazione ferroviaria.

Il 25 agosto è stato ripreso mentre vendeva una dose di eroina ad un uomo alle 11 del mattino, poi un’altra dose alle 12 e una dose di hashish poco dopo ad una terza persona.

Altre due cessioni nel corso della mattina del 30 agosto. Mentre il 31 agosto vendeva una dose di droga al mattino e una il pomeriggio. Anche il giorno successivo, due cessioni di eroina, ad un uomo la mattina e ad una donna nel pomeriggio.

Il giudice aveva disposto la misura in cella considerando che “prima dell’arresto aveva creato una vera e propria piazza di spaccio”, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare in carcere. Per il giudice, quindi, non avendo altro lavoro che quello dello spaccio di eroina, se tornasse libero o ai domiciliari, riprenderebbe subito a spacciare.

La Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso contro la misura in carcere ritenendo che l’indagato ha posto in essere episodi di spaccio di “lieve entità”, con “pochissime dosi alla volta, e considerando che non sono state accertate modalità particolarmente allarmanti di tale attività, non essendo stati sequestrati né strumenti per il confezionamento dello dosi (bilancini, sostanze da taglio, ecc.), né denaro, né altri elementi da cui desumere una certa organizzazione (quali, ad esempio, appunti relativi alle vendite e/o agli acquisti dello stupefacente), e che l'indagato ha dichiarato di dormire su una panchina, il che fa ritenere che gli si procurasse di volta in volta un numero limitato di dosi, che egli poi rivendeva”.

Secondo i giudici romani non ci si trova di fronte a una “piazza di spaccio” con un’organizzazione capillare (vedette, pusher, mediatori con i clienti, ecc.), ma solo l’attività di un singolo che vive su una panchina e che riceve clienti ogni tanto.

Ne consegue che la contestazione iniziale è errata anche l’ordinanza impugnata che deve essere annullata senza rinvio, “considerando che la custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per i delitti per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Da boss dello spaccio a Fontivegge a piccolo pusher su piazza: la Cassazione lo rimette in libertà

PerugiaToday è in caricamento