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Cronaca

Coppie e social network: chat, sms e webcam tra le prime cause di separazioni e divorzi

I dati della Corte d'appello di Perugia e le storie di tradimenti virtuali tra mancanze coniugali e denunce di stalking

Messaggini infuocati, mail erotiche, scambi di battute hard in chat. Semplici gesti che possono costare caro nella rottura di un matrimonio, visto che la Cassazione ha stabilito che tali comportamenti possono costituire addebito nella causa di separazione.

Non lo dice solo la Cassazione, ma anche la statistica delle separazione e dei divorzi della Corte d’appello di Perugia: il 30% delle nuove separazioni presentano risvolti “telematici” nelle rispettive accuse di aver fatto naufragare il matrimonio. I quattro tribunali umbri, in base alla relazione del presidente della Corte d'appello, hanno avuto questi numeri: divorzi pendenti 848, sopravvenuti 827 e esauriti 855, pendenti finali 845; mentre le separazioni erano 899 quelle pendenti, 1.284 sopravvenute e 1.150 quelle esaurite, pendenti finali 919.

Alcuni casi.

Un perugino si è visto addebitare tutte le colpe della separazione perché avrebbe trascorso troppo tempo davanti al computer a chattare con una ragazza (che poi sarebbe diventata la sua compagna). Le accuse sono fatte dalla ex moglie. Secondo la donna l’uomo avrebbe passato troppo tempo davanti al pc, trascurando i doveri familiari e coniugali. La donna avrebbe scoperto il presunto tradimento perché aveva trovato il computer dell’uomo acceso e controllando la cronologia delle pagine visitate aveva trovato un sito di incontri on line.

Un altro caso riguarda un uomo che è stato scoperto dalla moglie mentre chattava su Facebook con una ragazza. Il volume del pc era troppo alto e ogni volta che arrivava un messaggio l’intera casa risuonava. La donna, insospettita dalla frequenza dei messaggi era andata a controllare approfittando della momentanea assenza dell’uomo. Imbattendosi in messaggi ad alto contenuto erotico. La decisione di mettere fine al matrimonio, però, era stata presa una volta viste delle foto che i due si erano scambiati in rete. Si sono separati perché lei ha capito di essere tradita, che i due non avevano scambiato solo due chiacchiere. Pesanti avances e sms piccanti hanno convinto la donna a chiedere la separazione, con addebito.

Un rapporto virtuale e non concretizzato può essere considerato come un atto di infedeltà reale e, dunque, come un vero e proprio adulterio? Secondo la Cassazione sì. Secondo una donna perugina no, visto che pur avendo scoperto le conversazioni via chat del marito con la presunta amante, con la quale erano amici su Facebook, ha deciso di metterci una pietra sopra e riappacificarsi con il marito.

In un altro caso, invece, un perugino è stato denunciato per stalking dal marito di una donna del nord Italia con la quale intratteneva una relazione via chat ed sms. Ad un certo punto lei ha smesso di spedire mail e sms. Lui ha chiamato, più volte, senza ricevere mai risposta. Fino a che non è stato denunciato dal marito della donna.

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