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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Liste d'attesa: "Rimborsare i pazienti costretti alle visite fuori Perugia", primo sì in Comune

Approvato in Commissione l'ordine del giorno di Camicia: “Liste d’attesa, Perugia fanalino di coda a livello nazionale. Proposta di rimborsare i perugini”

Approvato, ma non all'unanimità. La IV Commissione Cultura ha dato il via libera (3 voti a favore, 2 contrari e 2 astenuti) all'ordine del giorno del consigliere Camicia (Gal) “Liste d’attesa, Perugia fanalino di coda a livello nazionale. Proposta di rimborsare i perugini”, già affrontato nella seduta del 10 aprile scorso.

Camicia, spiega il Comune di Perugia in una nota, “chiede all’amministrazione comunale di attivarsi nei confronti del sistema sanitario regionale, affinché i perugini vengano rimborsati dei costi sostenuti per recarsi in altri comuni o delle spese sostenute per prestazioni effettuate, per forza maggiore, presso privati al fine di ricevere assistenza sanitaria in tempi accettabili”.

Secondo quanto riportato da Camicia in Commissione “i tempi di attesa, nella media nazionale, sono di 65 i giorni per una visita nella sanità pubblica, contro i 7 giorni nel privato e i 6 in intramoenia, secondo i dati di una ricerca commissionata dalla Funzione pubblica Cgil e condotta dal centro Crea sanità. La stessa indagine ha messo a confronto tempi e costi nell’arco di 3 anni (2014-2017) su un campione di oltre 26 milioni di cittadini (44% della popolazione) in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Lazio e Campania evidenziando come, nel periodo considerato, gli stessi tempi sono peggiorati nel tempo, aumentando in media tra 20 e 27 giorni”.

Nella passata seduta della commissione erano già intervenuti i dottori Antonio Tamagnini e Pieri, in rappresentanza dell’azienda ospedaliera, che avevano ribadito l’impegno della stessa a rispettare le tempistiche previste, soprattutto per quanto riguarda le prestazioni in urgenza e in priorità. Al termine dell’intervento degli esperti, comunque, lo stesso proponente aveva chiesto il rinvio della discussione al fine di poter udire in commissione anche la Asl Umbria 1, per la quale oggi è intervenuta in commissione la dottoressa Daniela Bellini, responsabile dell’URP dell’azienda.

“L’azienda sanitaria garantisce la prestazione, soprattutto se urgente, -ha ribadito oggi Camicia- ma non necessariamente a Perugia, con tantissimi disagi per i pazienti che si devono recare in altre località della regione, soprattutto per gli anziani. Tutti i cittadini devono poter effettuare le prestazioni nella propria città -ha detto al termine- riorganizzando la macchina sanitaria.”

La dottoressa Bellini ha precisato come i tempi di attesa non siano più, a partire dal 2017, in cima alle voci di lamentela dei cittadini, che invece lamentano sempre di più la qualità del rapporto con il medico: “Siamo consapevoli -ha spiegato- che ci sono delle criticità e stiamo lavorando molto per superarle, operando su diversi fronti, per esempio, rispettando le prese in carico che, nel perugino, sono molte. Ciò che stiamo facendo -ha aggiunto- è anche lavorare con i medici di base sull’appropriatezza della prescrizione, attraverso progetti specifici che prevedono incontri con i medici di medicina generale.”

Il consigliere Sorcini ha invitato la Asl a dare vita ad una campagna informativa sulle varie possibilità di visita, in particolare sull’utilizzo dell’intramoenia da parte di chi può permetterselo, “dal momento che -ha spiegato- la differenza economica non è elevata se si considera che si ha la garanzia di poter effettuare la visita in tempi molto più brevi, andando peraltro a favorire minori tempi di attesa per chi effettivamente non può permettersi questa scelta dal punto di vista economico.” Tuttavia, la stessa responsabile dell’Urp ha sottolineato come incentivare l’intramoenia possa essere controproducente, visto che la maggior parte dei cittadini è in fascia R1.

D’accordo, spiega il Comune, "sul fatto che le liste d’attesa siano una vera e propria piaga del sistema sanitario si è detto anche il pentastellato Giaffreda che tuttavia, ha annunciato il suo voto di astensione all’ordine del giorno ritenendolo provocatorio e non finalizzato ad una soluzione concreta del problema". Messo in votazione, l’atto è stato approvato con 3 voti a favore, 2 contrari e 2 astensioni.

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